
di Nicholas Batzig.
“E, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte ed alla morte di croce” (Filippesi 2:8). Ho a lungo desiderato di poter, in paradiso, avere modo di vedere l’intera storia della vita terrena di Cristo, dalla Sua nascita alla Sua ascensione—visualizzando ogni singolo atto di obbedienza. La ragione è semplice. Gesù ha vissuto una vita rappresentativa. Gesù ha vissuto una vita senza peccato, ed è stata, pertanto, una vita di innocenza rappresentativa. L’obbedienza del nostro Signore prende il posto del peccato del Suo popolo. La Sua osservanza della legge è contata come l’osservanza della legge di coloro i quali hanno fede in Lui.
La vita senza peccato di Cristo risalta sullo sfondo della testimonianza scritturale della peccaminosità dell’uomo. Giobbe dichiarò che l’uomo è “abominevole e corrotto,” e che “beve l’iniquità come acqua” (Giobbe 15:16). Salomone riconosceva, “non c’è alcun uomo che non pecchi” (1 Re 8:46). L’apostolo Giovanni avvisava, “Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi” e “Lo facciamo bugiardo” (1 Giovanni 1:8, 10). L’apostolo Paolo riassunse il tutto quando disse, “non c’è alcun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Tuttavia, quando il Figlio di Dio si prese una natura umana, un uomo senza peccato entrò nel tempo e nello spazio.
In una vita che abbracciò trent’anni, il nostro Signore non nutrì mai un pensiero, non pronunciò mai una parola, e non compì mai un’azione che fosse lordata da motivazioni impure. Egli onorò sempre il Suo Padre celeste, onorò sempre i Suoi genitori terreni, non provò mai lussuria, non pronunciò mai una parola in un moto d’ira peccaminosa, non spettegolò mai né diffamò il Suo vicino. Egli non rubò mai, non mentì mai, e non concupì mai. In breve, Egli sottostette ad ogni comandamento della legge di Dio senza vacillare. Egli amò il Signore con tutto il Suo cuore, con tutta la Sua anima, con tutta la Sua mente e con tutta la Sua forza, ed amò il Suo vicino come Se stesso. Le Scritture offrono molteplici testimonianze di questa verità, ed essa è una delle verità più profittevoli sulle quali dovremmo meditare.
La Bibbia dichiara espressamente che Gesù fu senza peccato. L’autore di Ebrei ci dice che Egli fu “santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori” (Ebrei 7:26). L’apostolo Paolo asserisce con franchezza che Egli “non conobbe peccato” (2 Corinzi 5:21). All’annuncio della Sua nascita, un angelo Lo chiamò “il santo che nascerà” (Luca 1:35). La moglie di Pilato disse al marito: “Non avere nulla a che fare con quel giusto” (Matteo 27:19). Lo stesso Pilato disse, “Io non trovo in lui colpa alcuna” (Giovanni 19:6). Il ladro morente riconobbe l’innocenza di Gesù quando disse, “Costui non ha commesso alcun male” (Luca 23:41). Il centurione, ai piedi della croce, disse, “Veramente quest’uomo era giusto” (Luca 23:47). Perfino i demoni riconoscevano che Gesù era “il Santo di Dio” (Luca 4:34).
Se la testimonianza altrui non era abbastanza, Cristo diede testimonianza della Sua innocenza quando disse, “chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato è verace, ed in lui non vi è ingiustizia” (Giovanni 7:18). Si aggiunga a questo il fatto che Egli aveva detto quasi mille anni prima (attraverso il salmista): “Ecco io vengo, DIO mio, io prendo piacere nel fare la tua volontà, e la tua legge è dentro il mio cuore” (Salmi 40:7-8). La vita di Gesù fu una vita di perfetta conformità alla volontà di Dio.
Riguardo ai comandi che Dio diede al popolo del patto, troviamo che Cristo iniziò ad adempirli quando fu circonciso l’ottavo giorno. Egli era l’unico che non aveva bisogno di ciò che la circoncisione significava. All’inizio del Suo ministero pubblico, Egli si sottopose ad un battesimo “di ravvedimento,” sebbene Egli non avesse bisogno di ravvedimento. Quando Giovanni cercò di dissuaderlo dall’essere battezzato, Egli disse, “lascia fare per ora, perché così ci conviene adempiere ogni giustizia” (Matteo 3:15). Gesù stava obbedendo in qualità di rappresentante del Suo popolo.
L’obbedienza di Cristo, però, può a volte essere erroneamente ridotta alla Sua obbedienza soltanto alla legge morale. Mentre è certamente vero che Egli obbedì a tutti quei comandi che sono sempre vincolanti per tutti gli uomini, Egli adempì anche le leggi cerimoniali date ai Giudei. Vi è, però, un’altra dimensione dell’obbedienza di Cristo. Jonathan Edwards osservò che Gesù obbedì ai comandi mediatoriali che il Padre diede specificamente a Lui—comandi che presentavano più difficoltà di qualsiasi comando dato a noi. Oltre a quelle leggi morali e cerimoniali, a Gesù fu comandato di “deporre la Sua vita per prenderla di nuovo.” “Questo è il comando,” disse Egli, “ che ho ricevuto dal Padre Mio” (Giovanni 10:17).
La nostra redenzione poggia sulla vita senza peccato e sulla morte sostitutiva di Cristo. Quando vediamo la corruzione delle nostre menti, dei nostri cuori, e delle nostre volontà, dobbiamo guardare a Colui che non conobbe peccato e tuttavia fu fatto peccato per noi. Quando desideriamo ardentemente di conoscere Cristo in un modo più intimo e profondo, è bene per noi meditare sull’insegnamento della Scrittura riguardante la Sua perfezione rappresentativa. Sei in travaglio sotto il peso del tuo peccato dinanzi alla presenza di Dio? Dobbiamo ricordare Colui che fu obbediente fino alla morte, fino alla morte della croce.
Fonte:
A Sinless Life, Copyright 2011, da Nick Batzig, Ligonier Ministries.
Con permesso tradotto da A.P.