
1. Amo l’Eterno, mio soccorritor,
poich’ Egli ha udito l’alto mio lamento
e ai miei sospir l’orecchio porse attento;
tutti i miei giorni loderò il Signor!
2. M’aveva indotto quel mio vano errar,
in angosciosa tragica distretta;
e della morte preso nella stretta,
così il Signor mi volsi a supplicar.
3. L’anima mia Tu libera, o Signor;
m’asciuga il pianto, mi rafferma il piede;
camminerò davanti a Te con fede,
T’esalterò fra i vivi con fervor.
4. Da morte e vita mi condusse allor
l’Eterno giusto, misericordioso,
poiché protegge gli umili, pietoso,
sempre li guida, forte Redentor.
5. A te, Signor, che render mai potrò?
Dei tuoi preziosi doni sovrabbondo.
Voglio cantare e proclamare al mondo
che la tua grazia sola mi salvò.
Innario cristiano, #25, Ginevra 1552.