
Di J.C. Ryle.
Ci sono pochi avvertimenti nella Scrittura più solenni di questo. Il Signore Gesù Cristo ci dice:
“Ricordatevi della moglie di Lot”.
La moglie di Lot era una persona che si professava religiosa: suo marito era un uomo “giusto” (II Pietro 2:8) e con lui lasciò Sodoma il giorno in cui fu distrutta; ella “si volse a guardare indietro”[1] verso la città da dietro suo marito, contro il comando esplicito di Dio; fu colpita a morte all’istante, trasformata in una statua di sale e il Signore Gesù Cristo la usa come un segnale di pericolo per la sua chiesa: “Ricordatevi della moglie di Lot”.
È un avvertimento solenne, quando pensiamo quale persona Gesù nomina; egli non ci invita a ricordare Abraamo, Isacco, Giacobbe, Sara, Anna o Rut. No, egli sceglie una persona la cui anima fu persa per sempre, esortandoci così: “Ricordatevi della moglie di Lot”.
È un avvertimento solenne, quando consideriamo il soggetto che Gesù sta trattando: la sua seconda venuta per giudicare il mondo. Sta descrivendo la terribile condizione di coloro che si troveranno impreparati in quel momento. Egli ha in mente gli ultimi giorni quando afferma:
“Ricordatevi della moglie di Lot”.
È un avvertimento solenne, quando pensiamo alla persona che lo sta dando. Il Signore Gesù è pieno di amore, misericordia e compassione: egli è colui che “non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante”[2]. Egli pianse per l’incredula Gerusalemme e pregò per gli uomini che lo crocifissero; tuttavia pensa bene di darci questo solenne avvertimento e di ricordarci delle anime perse. Egli dichiara: “Ricordatevi della moglie di Lot”.
È un avvertimento solenne, quando riflettiamo sulle persone a cui fu dato. Il Signore Gesù stava parlando ai suoi discepoli: non si stava rivolgendo agli scribi e ai farisei che lo odiavano, ma a Pietro, Giacomo, Giovanni e molti altri che lo amavano; eppure perfino a loro pensa bene di rivolgere questo avvertimento, dicendo: “Ricordatevi della moglie di Lot”.
È un avvertimento solenne, quando consideriamo quali parole Gesù utilizza. Egli non dice semplicemente: “Prestate attenzione a non essere come la moglie di Lot”, ma usa una parola diversa: “Ricordatevi”. Egli parla come se fossimo tutti in pericolo di dimenticare il significato di quella storia; egli risveglia la nostra pigra memoria, comandandoci di tenere a mente quell’episodio. Egli afferma: “Ricordatevi della moglie di Lot”.
Tratterò di seguito i privilegi religiosi di cui godette la moglie di Lot.
Nei giorni di Abraamo e Lot la vera religione salvifica era scarsa sulla terra; non c’erano Bibbie, ministri, chiese, opuscoli o missionari. La conoscenza di Dio era limitata a poche famiglie favorite e la gran parte degli abitanti del mondo viveva nell’oscurità, nell’ignoranza, nella superstizione e nel peccato. Nemmeno uno su cento forse ebbe un buon esempio, un contesto spirituale, una chiara conoscenza e un preciso avvertimento come la moglie di Lot. Paragonata a milioni di altre persone del tempo, la moglie di Lot fu una donna privilegiata.
Ella ebbe per marito un uomo timorato di Dio e Abraamo, il padre dei fedeli, come zio dopo il matrimonio. La fede, la conoscenza e le preghiere di questi due uomini giusti non potettero essere un segreto per lei. È impossibile che lei abbia abitato nelle tende con loro per tutto quel tempo senza sapere a chi appartenessero e chi servissero. La religione per loro non era una mera formalità; era il principio regolativo delle loro vite e il movente delle loro azioni. La moglie di Lot dovette vedere e sapere tutto questo; tali cose non furono dei privilegi da niente!
Quando Abraamo ricevette per la prima volta le promesse, è probabile che la moglie di Lot fosse lì; quando piantò la sua tenda tra Ai e Bethel, è probabile che fosse presente. Quando gli angeli vennero a Sodoma e avvertirono suo marito di fuggire, ella li vide; quando essi li presero per mano e li guidarono fuori dalla città, lei fu una di quelli che furono aiutati a scappare. Ripeto ancora una volta che tutti questi non furono dei privilegi da niente.
Quale buon effetto, tuttavia, ebbero tutti quei privilegi sul cuore della moglie di Lot? Nessuno. Malgrado tutte le sue opportunità e i mezzi di grazia e nonostante tutti i messaggi speciali e gli avvertimenti celesti, ella visse e morì senza grazia, senza Dio, impenitente e incredula. Gli occhi del suo intendimento non si aprirono mai; la sua coscienza non fu mai veramente stimolata e vivificata; la sua volontà non fu mai davvero portata in uno stato d’obbedienza a Dio; i suoi sentimenti non furono mai realmente rivolti alle cose di lassù. La forma di religione che aveva fu mantenuta per sola apparenza e non scaturiva dal cuore: fu un mantello che indossò per compiacere quelli intorno a lei e non perché ne comprese il valore. Ella fece come altri nella casa di Lot: si conformò ai modi di suo marito, non fece opposizione alla sua religione e si concesse di essere trascinata passivamente sulla sua scia; ma per tutto quel tempo il suo cuore era in fallo al cospetto di Dio. Il mondo era nel suo cuore e il suo cuore era nel mondo: ella visse e morì in questa condizione.
In tutto questo c’è molto da imparare: in particolare voglio mettere in evidenza una lezione che al giorno d’oggi è della massima importanza. Voi vivete in tempi in cui ci sono tante persone proprio come la moglie di Lot: venite e ascoltate la lezione che la sua storia vuole insegnare.
Imparate, dunque, che il solo possesso dei privilegi religiosi non salverà mai alcun’anima. Potete avere vantaggi spirituali d’ogni tipo, vivere nel più ideale dei contesti religiosi, godere delle migliori opportunità e di tutti i mezzi di grazia, ricevere la predicazione più ottimale e l’istruzione più oculata, risiedere in un ambiente in cui vi è conoscenza, santità e compagnie sane. Tutto questo può accadere, tuttavia potete rimanere inconvertiti e alla fine andare in perdizione per sempre.
Direi che questa dottrina potrebbe risultare dura per alcuni lettori. So che molti si illudono che non servi loro nient’altro se non dei privilegi religiosi per diventare cristiani convinti. Essi ammettono di non essere ciò che dovrebbero essere al presente, ma adducono come scusa che la loro situazione è così complicata e le loro difficoltà così numerose. Date loro un marito timorato di Dio, o una moglie devota (o amici e colleghi pii, o la predicazione del vangelo ecc.), date loro questi privilegi e allora potrebbero camminare con Dio.
È un ragionamento completamente errato, una vera chimera. Serve qualcosa di più dei privilegi per salvare delle anime. Ioab era il capitano di Davide; Gheazi era il servo di Eliseo; Dema era il compagno di Paolo; Giuda Iscariota era il discepolo di Gesù e Lot aveva una moglie mondana e incredula.
Tutti questi morirono nei loro peccati, finirono all’inferno nonostante la conoscenza, gli avvertimenti e le opportunità; e tutti loro ci insegnano che gli uomini non hanno bisogno solo dei privilegi: hanno bisogno della grazia dello Spirito Santo!
Bisogna valorizzare i nostri privilegi religiosi, ma non dobbiamo farvi totale affidamento! Dobbiamo desiderarne i benefici in ogni momento della vita, ma non sostituirli a Cristo. É nostro dovere usarli con spirito di ringraziamento, se Dio ce li dona, ma dobbiamo stare attenti che producano del frutto nel nostro cuore e nella nostra vita. Se non fanno del bene, spesso producono un danno: bruciano la coscienza, fanno aumentare la responsabilità, aggravano la condanna. Lo stesso fuoco che scioglie la cera indurisce l’argilla; il sole che fa crescere un albero è lo stesso che secca l’albero morto e lo prepara per essere bruciato. Non c’è niente che indurisca il cuore di un uomo come una familiarità sterile con le realtà sacre! Lo ribadisco ancora una volta: non sono i soli privilegi che rendono le persone cristiane, ma la grazia dello Spirito Santo. Senza di essa nessun uomo può essere salvato.
Chiedo ora a coloro che al giorno presente frequentano una chiesa caratterizzata da un ministero sano di marcare bene quello che sto per dire. Voi andate alla chiesa del Past. A. o del Past. B; pensate che egli sia un eccellente predicatore, vi dilettate nei suoi sermoni, non potete ascoltare nessun altro con lo stesso conforto, avete imparato così tante cose da quando frequentate la sua chiesa e ritenete un privilegio essere uno dei suoi ascoltatori! Tutto ciò è molto buono, è un privilegio; sarei riconoscente se ministri come il vostro fossero moltiplicati a migliaia. Alla fine dei conti, però, cosa avete ricevuto nel vostro cuore? Avete ricevuto lo Spirito Santo? Se così non fosse, non siete meglio della moglie di Lot!
Adesso chiedo ai figli di genitori religiosi di ricordare bene ciò che sto per dire. Essere figli di un padre e una madre devoti ed essere cresciuti nel mezzo di tante preghiere è il massimo privilegio. È veramente una benedizione che vi venga insegnato il Vangelo dalla vostra prima infanzia e che ascoltiate del peccato, di Gesù, dello Spirito Santo, della santità e del cielo sin dal primo momento in cui potete memorizzare qualcosa. Fate attenzione però che non rimaniate sterili e infruttuosi nella luce di tutti questi privilegi: state attenti affinché i vostri cuori non rimangano duri, impenitenti e mondani a dispetto dei molti vantaggi di cui avete goduto. Non potete entrare nel regno di Dio per il merito della religione dei vostri genitori. Dovete mangiare il pane della vita da voi stessi e avere la testimonianza dello Spirito nel vostro cuore. Dovete possedere un pentimento vostro, una fede vostra, una santificazione vostra. Se così non fosse, non siete meglio della moglie di Lot!
Prego Dio che tutti i cristiani che si professano tali in questi giorni prendano a cuore questi consigli. Che non possiamo mai dimenticare che i privilegi da soli non ci possono salvare. Luce, conoscenza, predicazione fedele, abbondanza dei mezzi di grazia e la compagnia di persone sante, sono tutti delle grandi benedizioni e vantaggi. Beati quelli che li possiedono! Ma, dopotutto, c’è una cosa senza la quale i privilegi sono inutili: la grazia dello Spirito Santo. La moglie di Lot aveva molti privilegi, ma non aveva la grazia.
Tradotto da Simone Ferrari.
[1]NdT – Vd. Genesi 19:26.
[2]NdT – Vd. Isaia 42:3a.