
di O. Palmer Robertson
Questa domanda può metterci in difficoltà: perché adoriamo Dio la domenica? La Bibbia non dice che il settimo giorno è il tempo consacrato a Dio per il suo popolo? Dove è scritto che il credente debba santificare il primo giorno della settimana anziché il settimo? Dobbiamo ammettere che questa domanda è legittima, ed esige una risposta: cosa possiamo dire allora al riguardo?
Creazione e Redenzione
Cominciamo prendendo in considerazione l’insegnamento dell’Antico Testamento. Qui il sabato non è soltanto un giorno speciale, che deve essere osservato una volta alla settimana, ma ha un significato molto profondo, in quanto prefigurava il futuro riposo della redenzione che Dio avrebbe realizzato per il suo popolo. In altre parole, il sabato non era soltanto il ricordo del necessario riposo successivo ai sei giorni della creazione, ma celebrava anche la liberazione del popolo di Dio dalla schiavitù in Egitto.
Dio aveva ripetuto il comandamento a Mosè dopo che Israele aveva peregrinato nel deserto per quarant’anni, poco prima di entrare nella Terra Promessa. Quando Dio ripeté la Legge che aveva dato al monte Sinai, i Dieci Comandamenti erano gli stessi: nessuno di essi era stato alterato – a cambiare era stato il motivo alla base della legge del sabato. Al Sinai al popolo fu comandato di osservare il sabato perché Dio si era riposato il settimo giorno della creazione (Esodo 20:11 cfr. Genesi 2:3), ma nella Transgiordania a Israele fu ordinato di osservare il sabato tenendo a mente la la propria redenzione dall’Egitto (Deuteronomio 5:5). Dunque il popolo di Dio doveva riposare il settimo giorno, non soltanto a causa della creazione, ma anche della redenzione.
Sappiamo che la liberazione di Israele dalla schiavitù in Egitto, attraverso l’agnello pasquale, era soltanto un’ombra, la prefigurazione di una liberazione che sarebbe stata compiuta attraverso la morte sacrificale e la resurrezione con potenza di Gesù Cristo. I santi dell’Antico Testamento guardavano avanti alla venuta del futuro riposo dalle loro colpe e peccati, così come un giorno alla settimana guardavano al riposo dal loro lavoro il sabato. Pertanto, quando Israele entrò nella Terra, nel suo “riposo”, sotto la guida di Giosuè, marciarono attorno alle mura di Gerico per sette giorni e, il settimo giorno, marciarono sette volte attorno alle mura della città; appena ebbero completato la marcia per la settima volta, il settimo giorno, le mura crollarono e il popolo di Dio iniziò a entrare nel suo “riposo”, nella Terra di Canaan. La presa di Gerico fornisce un’illustrazione dell’ingresso del popolo di Dio nel suo “riposo sabbatico”.
Similmente, i settant’anni della cattività di Israele prefiguravano il riposo della redenzione simboleggiato dalla Terra Promessa: durante i settant’anni di cattività di Israele a Babilonia, la terra stava godendo «i suoi sabati» (2 Cronache 36:21).
Queste esperienze dell’Antico Testamento dimostrano che il popolo di Dio stava guardando al “riposo”, alla redenzione che doveva essere compiuta dal Messia in futuro. Essi lavoravano sei giorni alla settimana, guardando al “riposo” di cui avrebbero goduto in futuro, e pensavano alla Terra Promessa come un luogo dove sarebbero entrati nel “riposo” da tutti i pesi della loro vita.
Una nuova prospettiva
Ma adesso la redenzione è stata compiuta: Gesù è venuto per adempiere la profezia, e per mezzo della sua morte e resurrezione ha condotto il suo popolo al riposo della redenzione. Così noi guardiamo indietro alla salvezza che è stata realizzata da Cristo: «È compiuto» è stato il grido di Cristo alla croce, ed è così che sappiamo che è stato compiuto tutto ciò che era necessario per la nostra liberazione dal peccato, dalla morte e da tutti i mali del mondo.
Ne consegue che il credente ha una nuova prospettiva riguardo al riposo e alla redenzione. La resurrezione di Cristo è stata un evento significativo quanto la creazione del mondo: per mezzo della sua resurrezione, il nuovo ordine della creazione vede la luce, e con esso un nuovo modo di vivere. La pietra del sepolcro di Gesù è stata rimossa per far entrare i discepoli, non per far uscire Gesù! Grazie alla sua nuova vita nel corpo risorto, era in grado di entrare e uscire dalle stanze senza dover aprire nessuna porta.
La resurrezione di Cristo
Non dovremmo stupirci che i discepoli abbiano seguito un nuovo modello di ordine per adorare Dio. Essi cominciavano la settimana incontrandosi con il Signore risorto, come una celebrazione della redenzione che era stata realizzata da Cristo. Considerate attentamente le seguenti riprove che la redenzione compiuta da Cristo venne a determinare il giorno dell’adorazione.
- Gesù Cristo è risorto il primo giorno della settimana (Matteo 28:1), entrando nel “riposo” dalle sue opere non di sabato (il settimo giorno), ma di domenica (il primo giorno). Visto che Gesù è entrato nel suo riposo il primo giorno della settimana, ci incoraggia ad iniziare la nostra settimana “riposando” nella certezza che egli supplirà con gli altri sei giorni di lavoro a tutte le nostre necessità per tutti i sette giorni della settimana.
- Gesù apparve ai suoi discepoli riuniti il primo giorno della settimana, nonché a Maria e ai due discepoli sulla via di Emmaus (Giovanni 20:10, 14, 19; Luca 24:13). Attraverso queste apparizioni il primo giorno della settimana, la resurrezione del Signore stabilì una regola per le riunioni dei discepoli, i quali desideravano avere comunione con lui nel giorno della sua resurrezione, che è il primo giorno della settimana.
- Una settimana più tardi, Gesù apparve nuovamente ai suoi discepoli riuniti il primo giorno della settimana, in assenza del dubbioso Tommaso (Giovanni 20:26). Vediamo così che stava emergendo un nuovo modo di riunirsi per i discepoli: il popolo di Dio della nuova alleanza stava formando una nuova abitudine di riunirsi il primo giorno della settimana, il giorno della resurrezione di Cristo. Gesù onorò queste riunioni, apparendo ai suoi discepoli in queste occasioni e fortificando la loro fede nel Signore risorto.
- Il Signore risorto sparse il suo Spirito esattamente cinquanta giorni dopo il sabato della Pasqua dei giudei, cioè chiaramente il primo giorno della settimana (Atti 2:1; Levitico 23:15-16). La parola “Pentecoste” significa cinquanta, in riferimento ai cinquanta giorni dopo il sabato della Pasqua; quarantanove giorni avrebbero coperto sette sabati o giorni di riposo, e il cinquantesimo sarebbe stato una domenica, il primo giorno della settimana. In questo modo, si direbbe che lo Spirito Santo sia stato sparso il primo giorno della settimana, quando il popolo di Dio della nuova alleanza era riunito per l’adorazione, rendendo così la regola relativa al giorno dell’adorazione ancora più forte: sia la resurrezione di Cristo sia la spargimento dello Spirito Santo ebbero luogo il primo giorno della settimana.
- Durante il tempo in cui l’apostolo Paolo predicava il vangelo di Cristo ai giudei e alle nazioni, il primo giorno della settimana era utilizzato come un’occasione in cui i credenti si riunivano per l’adorazione. In Grecia Paolo e Luca erano riuniti con il popolo di Dio, allo scopo di spezzare il pane e ascoltare la predicazione della Parola di Dio, nel primo giorno della settimana (Atti 20:17): questo era un giorno in cui il popolo della nuova alleanza si riuniva per udire la Parola di Dio.
- Quando Paolo scrive ai credenti di Corinto per stabilire le regole riguardanti le offerte per il servizio del Signore, ordina ai credenti di quella città di seguire le direttive che aveva stabilito anche per le chiese della Galazia (1 Corinzi 16:1), le quali dovevano consacrare le loro offerte al Signore il primo giorno della settimana (1 Corinzi 16:2): adesso queste regole riguardanti il giorno dell’adorazione sono comuni a tutte le chiese e tutti i credenti. Il primo giorno della settimana era il tempo stabilito per presentare le proprie offerte al Signore.
Il giorno del Signore
La settima e ultima argomentazione è questa: l’apostolo Giovanni, in età avanzata e probabilmente l’unico del gruppo degli apostoli ancora in vita, era stato esiliato sull’isola di Patmos, dove non si poteva riunire con il popolo di Dio per l’adorazione. Ma l’apostolo ci dice che era «nello Spirito, nel giorno del Signore» (Apocalisse 1:10), un’espressione il cui significato sembra abbastanza chiaro: per il potere dello Spirito Santo, era andato alla presenza del Signore per offrirgli la sua adorazione.
Ma qual è il significato dell’espressione “giorno del Signore”? In un certo senso, potremmo dire che ogni giorno della settimana può essere chiamato “giorno del Signore”; ma l’apostolo Giovanni si stava riferendo a qualcosa di più specifico. Egli non parlava soltanto di “un giorno che era stato consacrato al Signore”, ma al contrario parlava del “giorno del Signore”. Perché questo giorno è detto “del Signore”? Perché è un giorno che dimostra al mondo che egli è il Signore. In questo giorno, Gesù fece capire all’intero universo che egli è il Signore di tutto ciò che esiste. Era stato il giorno della sua resurrezione, in cui aveva vinto l’ultimo nemico dei peccatori, la morte. Nel primo giorno della settimana, egli dimostrò che con il suo potere poteva sconfiggere tutti i nemici, anche la stessa morte. Questo è il giorno del Signore.
Onorare il Signore
Negli ultimi giorni dell’apostolo Giovanni, i credenti riconoscevano che c’era un giorno della settimana chiamato il “giorno del Signore”, in cui celebravano la resurrezione di Cristo e l’effusione dello Spirito Santo. Quel giorno divenne il giorno in cui si incontravano per rallegrarsi della resurrezione di Cristo per il potere dello Spirito Santo.
Lo stesso accade tuttora. Il comandamento originale di onorare il Signore un giorno su sette per adorarlo rimane in vigore, poiché questo principio fa parte dei Dieci Comandamenti prescritti dalla legge morale di Dio agli uomini. Un giorno su sette deve essere consacrato per l’adorazione e il culto di Dio: la creazione alla pari della redenzione dimostrano che Dio deve essere onorato in questa maniera.
Dalla creazione del mondo fino alla venuta di Cristo, questo giorno era l’ultimo giorno della settimana; i credenti dell’Antico Testamento attendevano ardentemente il riposo che il Salvatore avrebbe provveduto.
Ma ora Cristo è venuto, ed è resuscitato vittoriosamente sopra tutti i suoi nemici. Questa vittoria è stata conquistata il primo giorno della settimana, e in questo giorno il Signore Gesù incontrò i suoi discepoli che erano riuniti per aver comunione con Lui.
Pertanto, dobbiamo celebrare il riposo che egli ha conquistato per noi ed entrare nel suo riposo per offrirgli la nostra adorazione il primo giorno della settimana. Questa è l’unica regola prescritta nella Scrittura del Nuovo Testamento relativamente al giorno dell’adorazione per il popolo di Dio.
Fonte:
Articolo originale: https://ministeriofiel.com.br/artigos/por-que-no-domingo/
Tradotto da Andrea Lavagna. Rivisto da A.P.