
di W. Robert Godfrey.
La teologia, la verità che viene da Dio e riguarda Dio, serve alla vita della chiesa. Gesù sta edificando la sua chiesa facendo discepoli che lo seguono, professando la verità che egli è «il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Matteo 16:16). I discepoli sono coloro ai quali Gesù dà la vita affinché camminino nella sua via secondo la sua verità. Come disse Gesù: «Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giovanni 8:31-32).
Nel Grande Mandato, Gesù manda i suoi discepoli a fare discepoli ed edificare la sua chiesa in tutto il mondo. Com’è che i discepoli sono chiamati a fare discepoli? Gesù riassume questo compito immane con due punti straordinariamente succinti: i suoi discepoli faranno discepoli battezzandoli e istruendoli. Se queste parole di Gesù non fossero così familiari, molti di noi potrebbero trovare questo riassunto alquanto sorprendente. Mentre ci saremmo potuti aspettare il mandato di insegnare, l’inclusione del mandato di battezzare in un riassunto così succinto potrebbe coglierci di sorpresa. Ma la sorpresa invita alla riflessione e alla meditazione e più riflettiamo su questo mandato, più siamo in grado di vedere quanto sia utile e appropriato.
Nel Grande Mandato vediamo che il fare discepoli si compone di due parti: la loro raccolta e la loro edificazione. I discepoli sono coloro che sono stati raccolti mediante il battesimo e sono edificati tramite l’insegnamento che trasforma le loro vite.
Gesù rivolge la nostra attenzione al battesimo non nel senso ristretto del semplice rito con l’acqua, ma nel senso più ampio di tutto ciò che il battesimo comporta, come possiamo vedere con chiarezza nel ministero di Giovanni il battezzatore. Il suo ministero del battesimo include la predicazione della buona novella (Luca 3:18), la chiamata al ravvedimento (v. 3) e l’insistenza sul frutto del ravvedimento (v. 8). Il battesimo include sia la proclamazione delle promesse di Dio, sia la chiamata a rispondere appropriatamente a quelle promesse. Così il battesimo raccoglie i discepoli, chiamandoli a iniziare la vita di fede.
Il battesimo in questo senso è a ragione fondamentale per essere un discepolo, perché il battesimo presenta le promesse di Dio e richiede la fede e la consacrazione di coloro che sono battezzati. La promessa principale che Dio rivolge ai peccatori nel battesimo è che egli li laverà dei loro peccati e li perdonerà. Quando Gesù nel Grande Mandato specifica che i suoi discepoli battezzeranno nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ci mostra che la promessa del battesimo proviene dal Dio uno e trino ed è garantita dalla Trinità.
La liturgia battesimale delle chiese riformate olandesi, composta nel sedicesimo secolo e usata per secoli in quelle chiese, dedica un utile approfondimento ai distinti ruoli e promesse che spettano a ciascuna persona della Trinità. Questa liturgia annuncia ciò che il battesimo significa e promette al popolo di Dio, non quello che l’acqua del battesimo compie in ogni persona che è battezzata. Nel battesimo, Dio Padre promette di «stringere un eterno patto di grazia con noi e adottarci come suoi figli ed eredi»; Dio Figlio promette di «lavarci nel suo sangue da tutti i nostri peccati, incorporandoci nella comunione della sua morte e risurrezione, così che siamo liberati dai nostri peccati e dichiarati giusti dinanzi a Dio»; e Dio lo Spirito Santo promette di «dimorare in noi e santificarci…finché non saremo finalmente presentati senza difetto nell’assemblea degli eletti nella vita eterna». Queste promesse presenti nel battesimo annunciano il cuore e fulcro della nostra speranza evangelica. Il battesimo non è soltanto una cerimonia esteriore o un atto della chiesa o di un credente, ma prima di tutto «una Parola visibile» che rappresenta la Parola predicata della promessa del Vangelo, come leggiamo: «Giovanni comparve nel deserto, battezzando e predicando un battesimo di ravvedimento, per il perdono dei peccati» (Marco 1:4).
Questa liturgia battesimale delle chiese riformate olandesi articola la teologia del battesimo per la chiesa mostrando il significato del battesimo dal punto di vista di Dio nelle promesse che sono proclamate, ma anche dal punto di vista dell’uomo nella chiamata alla consacrazione, che è espressa senza mezzi termini:
Laddove in tutti i patti vi sono due parti, attraverso il battesimo Dio ci esorta e obbliga a una nuova obbedienza, ossia che ci teniamo stretti a quest’unico Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo; che confidiamo in lui e lo amiamo con tutto il nostro cuore, tutta la nostra anima, tutta la nostra mente e tutta la nostra forza; che rinunciamo al mondo, crocifiggiamo la nostra vecchia natura e camminiamo in una vita pia. E se talvolta per debolezza cadiamo nel peccato, non dobbiamo per quello disperare della misericordia di Dio, né continuare nel peccato, dal momento che il battesimo è un sigillo e testimonianza indubitabile che abbiamo un patto eterno con Dio.
Essere un discepolo significa udire le promesse, crederle e viverle.
Il battesimo ci lega necessariamente alla chiesa. Il battesimo non riguarda mai un solo individuo perché deve essere amministrato da un’altra persona: esso è amministrato dalla chiesa e inserisce nella chiesa. La vita cristiana non è una vita solitaria, ma è vissuta nella comunità della fede. Cristo sta edificando la sua chiesa e noi dobbiamo esserne membri, non soltanto come un legame formale, ma come una parte fondamentale delle nostre vite da discepoli.
Oltre a comandare il battesimo, Gesù ci indica l’insegnamento per edificare le vite del popolo di Dio. Nel corso del suo ministero terreno, Gesù insegnò la verità riguardo ciò che i suoi discepoli dovrebbero sapere e come dovrebbero vivere per lui e i suoi apostoli continuarono quell’opera di insegnamento con la sua piena autorità. Gli insegnamenti di Gesù, sia nel corso del suo ministero terreno sia da parte dei suoi apostoli, sono stati raccolti e preservati per la sua chiesa nelle Sacre Scritture. La chiesa che segue Cristo insegna fedelmente la sua teologia come ci viene presentata nella Bibbia affinché i cristiani conoscano la verità e la vivano.
Questo insegnamento è un’impresa monumentale. Gesù non chiama la sua chiesa a insegnare le verità fondamentali o alcune delle verità o anche molte delle verità della Parola di Dio, ma ci dà ordine di insegnare tutto ciò che ha comandato. Possiamo dare priorità a certe verità, ma non abbiamo alcun diritto di eliminarne nessuna. Gesù ci chiama a una conoscenza completa della sua volontà e a una vita pienamente consacrata a lui.
Uno dei pericoli più gravi in cui le chiese possono cadere consiste nell’andare ad alterare l’insegnamento della Bibbia rigettando, distorcendo, ignorando o apportando aggiunte ad alcuni degli insegnamento di Gesù. Le chiese liberali eliminano quegli insegnamenti che reputano intellettualmente o moralmente inaccettabili secondo il loro punto di vista, mentre le chiese evangeliche hanno fin troppo spesso cercato di rendere il cristianesimo più attraente per i non credenti insegnando soltanto un Vangelo snellito o semplificato.
Al contrario, le chiese riformate hanno cercato di essere completamente bibliche nel loro insegnamento, il che si riflette nelle loro confessioni di fede, che sono ricche di dottrina e principi etici.
Nella chiesa, pastori e fedeli sono ugualmente responsabili per un insegnamento completo. I pastori devono pianificare con attenzione ciò che insegneranno e come comunicarlo in modo da edificare veramente i fedeli. La Parola di Dio è il repositorio della verità per la chiesa e i pastori devono insegnarla, resistendo alla pressione di diventare intrattenitori o psicologi da quattro soldi.
I fedeli, soprattutto in una cultura democratica, hanno a loro volta un dovere assai importante: essi devono incoraggiare i pastori a insegnare tutto il consiglio di Dio e ricercare e sostenere con entusiasmo questo insegnamento, altrimenti la chiesa rimarrà gravemente immatura. Paolo scrisse questo avvertimento ai corinzi: «Or io, fratelli, non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma vi ho parlato come a dei carnali, come a bambini in Cristo. Vi ho dato da bere del latte, e non vi ho dato del cibo solido, perché non eravate in grado di assimilarlo, anzi non lo siete neppure ora, perché siete ancora carnali» (1 Corinzi 3:1-2). Lo stesso principio si trova in Ebrei:
Nei riguardi del quale avremmo molte cose da dire, ma difficili da spiegare, perché voi siete diventati lenti a capire. Infatti, mentre a quest’ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s’insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido. Chiunque infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è ancora un bambino; il cibo solido invece è per gli adulti, che per l’esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male. (5:11-14)
Le chiese e i cristiani immaturi sono ancora presi dalle cose della carne e questo li rende duri di orecchie, mentre la chiesa matura ascolta con entusiasmo la Parola per imparare ed essere fornita per il discernimento e la giustizia. La chiesa ha bisogno della teologia per fare discepoli, sia quelli che sono accolti nella chiesa sia quelli che sono edificati nella verità. Ligonier è dedita a fornire materiali per l’insegnamento fedeli per aiutare a edificare discepoli nella verità.
Il Grande Mandato di Gesù di fare discepoli non sarà completamente adempiuto finché tutti gli eletti di Dio non saranno stati raccolti nella chiesa. Abbiamo molto da fare in circostanze difficili, ma abbiamo la grande promessa di Gesù di sostenerci nella nostra chiamata: «Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:20).
Fonte:
Theology and the Church, Copyright 2021, da W. Robert Godfrey. Ligonier Ministries.
Con permesso tradotto da A.P.