
Di Jonathan Edwards.
Recuperando il tempo [1]
EFESINI 5:16
Introduzione
Il termine “recuperando” si riferisce a qualcosa che si è perso oppure non più in nostro possesso; o quantomeno a qualcosa che è in procinto di essere perso, ovvero che sta per essere portato via da noi.
Queste parole del versetto possono essere interpretate in vari sensi.
- L’apostolo può riferirsi a come gli altri (non gli Efesini) sprecavano il proprio tempo.
Egli afferma: “Recuperate il tempo, perché i giorni sono malvagi. Per di più, pur essendo i giorni malvagi, voi vedete altri buttare via tempo prezioso; ma voi sforzatevi per recuperarlo”[2].
- Oppure fa riferimento al loro passato spreco di tempo, riportando alla mente dei cristiani Efesini come nel passato essi sprecarono il proprio tempo prezioso.
“Perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore” (Efesini 5:8); forse li sta consigliando di sfruttare bene il tempo al presente.
- Egli può alludere, invece, al grande pericolo di perdere il tempo, proprio perché “i giorni sono malvagi”.
In questo caso nella chiesa di Efeso c’erano tante tentazioni che potevano portare a un utilizzo sbagliato del tempo. Se non fossero stati estremamente attenti, il tempo sarebbe loro scivolato tra le mani ed essi non ne avrebbero tratto alcun beneficio. Perciò essi dovevano “camminare con circospezione, non da stolti, ma da saggi”, come si trova nel versetto precedente, in modo da risparmiare il proprio tempo.
- Oppure, infine, si riferisce a recuperare il tempo in vista di quelle tremende calamità che Dio stava per abbattere sugli empi.
Gli apostoli spesso previdero i giudizi terribili che stavano per arrivare. Paolo forse avvisa i cristiani a fare la massima attenzione per vivere in modo santo; li avverte, inoltre, a impegnarsi per salvare altri dalla cattiva strada, così che Dio potesse mettere da parte la sua ira, che il tempo potesse essere recuperato e, per così dire, salvato da quella terribile distruzione che, quando fosse arrivata, avrebbe messo fine al tempo della pazienza di Dio. Può essere per questa ragione che è aggiunta la spiegazione: “Perché i giorni sono malvagi”. La corruzione dei tempi tende ad affrettare i giudizi minacciati; ma un cammino santo e circospetto porterà a recuperare il tempo dalle fauci divoranti di quelle calamità.
In ogni caso, quale che sia il senso in cui venga compresa l’espressione, questo è quanto si coglie certamente in quelle parole: il tempo è una cosa alla quale dovremmo attribuire un gran valore, stando attenti che non sia sprecato. Se non fosse stato di gran valore, non saremmo sollecitati a profondere energie e sforzi per recuperarlo. Siamo esortati, difatti, a saggezza e a circospezione per riuscire nell’impresa.
Tema principale: i motivi per cui il tempo è prezioso
Il tempo è una cosa estremamente preziosa, per le seguenti ragioni:
1. Poiché l’eternità dipende dall’utilizzo del tempo.
Le cose sono preziose in proporzione alla loro importanza, o a seconda di quanto influiscono sul nostro benessere. Gli uomini sono inclini a conferire il massimo valore a quelle cose che sono per loro rilevanti e dalle quali sono maggiormente dipendenti. Possono separarsi facilmente da altre cose, ma non da quelle. Questo è ciò che rende il tempo così estremamente prezioso, perché il nostro benessere e interesse dipendono dal suo uso. È prezioso perché, se non lo sfruttiamo, rischieremo di cadere in povertà e disgrazia. Lo è perché, con un buon uso, possiamo ottenere delle cose che ci saranno comode. È prezioso, tuttavia, al di sopra di ogni cosa per come l’eternità dipenda da esso. L’importanza dello scorrere del tempo per le altre motivazioni è subordinata a quest’ultima causa e in confronto vale poco o niente. A seconda di come sfruttiamo o perdiamo il nostro tempo, saremo felici o miserabili per tutta l’eternità: se non lo utilizziamo bene la nostra eternità sarà misera, mentre con un buon uso sarà felice. Oro e argento sono stimati preziosi dagli uomini, ma non sono di alcun valore per nessuno a meno che, per mezzo di essi, non si possa evitare o rimuovere del male oppure acquistare del bene. Per quanto oro o argento un uomo possa possedere, essi non gli sono di alcun valore se non gli permettono di evitare una qualche sorta di male o di procurarsi del bene. Più grande è il male che l’uomo ha il vantaggio di scampare o il bene che ha l’opportunità di ottenere da qualcosa che possiede, più grande sarà il valore o la stima di quella cosa per lui. Pertanto se un uomo potesse salvare la sua vita mediante qualcosa che possiede, egli la riterrebbe molto preziosa, proprio perché mediante di essa potrebbe scampare la morte. Allo stesso modo se egli avesse l’opportunità di ottenere un regno tramite qualcosa che possiede, ciò gli sarebbe di grande valore.
É per questo, quindi, che il tempo è una cosa estremamente preziosa, perché per mezzo di esso abbiamo l’opportunità di sfuggire la miseria eterna e di ottenere beatitudine e gloria perpetue. Lo scampare un male infinito e l’ottenere un bene infinito dipendono da come usiamo il tempo, e ciò conferisce al tempo un valore infinito.
L’eternità dipende da esso, poiché infinita o di durata senza fine. Essere miserabili per tutta l’eternità è un male infinito e anche infinitamente spaventoso. Essere felici per tutta l’eternità è, invece, un bene infinito.
2. Poiché è molto breve.
La scarsità di un bene porta gli uomini ad aumentarne il valore, specialmente per una cosa necessaria, di cui non possono fare a meno, o a cui sono molto interessati. Così quando Samaria fu assediata dai Siriani: “Una testa d’asino la si vendeva a ottanta sicli d’argento, e il quarto d’un cab di sterco di colombi a cinque sicli d’argento” (II Re 6:25). Quando il pane scarseggia, perfino coloro che lo possiedono ne hanno solo poco; di conseguenza, saranno molto più parsimoniosi e lo valorizzeranno maggiormente, perché il pane è ciò che devono avere per sopravvivere.
Così il tempo deve essere tenuto ancor più in considerazione dagli uomini, perché da esso dipende un’intera eternità e tuttavia ne possediamo pochissimo. “Poiché pochi anni ancora e me ne andrò per una via senza ritorno” (Giobbe 16:22); i nostri giorni “se ne vanno più veloci di un corriere; fuggono via senza aver visto il bene; passano rapidi come navicelle di giunchi, come l’aquila che piomba sulla preda” (Giobbe 9:25-26). Che cos’è la nostra vita? Un “vapore che appare per un istante e poi svanisce” (Giacomo 4:14). Il tempo non è altro che un attimo rispetto all’eternità e non vi si può minimamente paragonare.
Il tempo è così breve (e il lavoro da compiere in esso così tanto), che non ne abbiamo da perdere. Il lavoro che dobbiamo fare per prepararci all’eternità, che è difficoltoso e laborioso, deve essere fatto in tempo, o non potrà mai essere fatto.
Leggiamo che l’argento era così abbondante al tempo di Salomone come le pietre delle strade; non se ne faceva alcun conto: ne avevano più di quanto ne avessero bisogno e non sapevano che farci. Non è lo stesso per noi, invece, con il tempo. Dio non ci ha assegnato nient’altro che una quantità limitata di tempo: una brevità che subito sparisce.
Se un uomo perdesse una parte di qualcosa di cui possiede poco, ma che gli è assolutamente necessario, la sua perdita sarebbe grande. È come se avesse solo un poco di cibo con cui sostentare la sua esistenza; se ne perdesse una parte, la sua perdita sarebbe più gravosa rispetto al caso in cui avesse avuto cibo in abbondanza. Quindi dobbiamo valorizzare il nostro tempo al massimo, stando attenti a non perderne, perché è breve e tuttavia assolutamente necessario per noi.
3. Perché siamo insicuri della sua durata.
Sappiamo che è molto breve, ma non quanto breve. Non conosciamo quanto poco ne rimane, se uno o più anni, o solo un mese, o una settimana, o un giorno. Non sappiamo altro se non che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e non sappiamo neppure quanto ci rimane del giorno che stiamo vivendo; l’esperienza lo dimostra in modo ineccepibile. Quanto appena detto è, quindi, un’altra cosa che rende il tempo prezioso e in base alla quale dobbiamo essere molto attenti a non perderne la minima parte, visto che il nostro benessere eterno dipende dal suo uso.
Se un uomo in viaggio sapesse di avere poche provviste messe da parte, conscio di essere destinato a morire nel caso esse terminassero, egli starebbe attentissimo a come usarle. Sarebbe molto accorto a non sprecare e a non perdere niente. La sua consapevolezza, inoltre, di non sapere quante gliene servano per il resto del viaggio lo renderebbe ancora più attento: nel caso sia partito con poche provviste potrebbe darsi che non ne abbia abbastanza per tutto il viaggio.
Quanto più molti apprezzerebbero il proprio tempo, se sapessero di possederne in questa vita pochi mesi o pochi giorni! Certamente, difatti, gli uomini saggi tengono in gran considerazione il proprio tempo, proprio perché sanno che possono averne poco a disposizione. Al contrario, moltitudini di persone in questo momento sono in salute e non vedono alcun segno della morte che si avvicina. Senza dubbio molti devono morire il prossimo mese e molti altri la settimana prossima; tanti altri devono morire domani e non ne sanno niente né ci pensano; sia loro, sia i loro vicini non si immaginano che potrebbero essere strappati dal mondo prima di altri. Quanti sono morti in questa città senza che né loro né chi stava loro intorno potessero vedere i sintomi della morte in anticipo. Probabilmente ci sono delle persone presenti adesso in questo luogo, che stanno ascoltando quello che sto dicendo, che devono morire tra pochissimo e non sono minimamente preoccupati a riguardo.
Questo ci insegna come dobbiamo tenere in grande considerazione il nostro tempo e come stare attenti a non perderne nemmeno un po’.
4. Poiché quando è passato, non può essere recuperato.
Ci sono molte cose possedute dagli uomini che, qualora fossero costretti a rinunciarvi, possono essere riacquistate col tempo. Se un uomo si è separato da qualcosa che aveva, senza conoscerne il valore o il bisogno, spesso può ottenerla nuovamente, perlomeno con un costo o con tanto sforzo. Se qualcuno, per esempio, viene imbrogliato in un affare e baratta o vende qualcosa che aveva, ma poi se ne pente, può ottenere una liberatoria e recuperare ciò che aveva perduto.
Non funziona così, tuttavia, con il tempo. Una volta che è trascorso, è trascorso per sempre. Nessun tipo di sacrificio o sforzo lo riporterà indietro. Pentirsi per essercelo fatto sfuggire e per non averlo sfruttato mentre lo avevamo, non serve a niente. Dovremmo quindi utilizzarlo al meglio mentre ce l’abbiamo; poiché ciò di cui si è fatto un buon uso, non è perso; sebbene il tempo di per sé passi, tuttavia il suo beneficio resterà con noi.
È così con il nostro tempo, sia nella sua interezza sia in ogni sua piccola parte. Quando si perde del tempo, è trascorso irrevocabilmente. L’offerta ci viene fatta una volta sola, che ne facciamo buon uso oppure no: ogni parte del nostro tempo ci viene progressivamente offerta, così che possiamo scegliere se renderla nostra o meno; non è possibile indugiare mentre compiamo la scelta, se rifiutiamo, ci viene portato via immediatamente e non più offerto. Per quanto riguarda quella parte di tempo trascorsa, se non l’abbiamo sfruttata bene, non è più in nostro possesso e oltre la nostra portata. È solo ciò che è ancora dinanzi a noi che può essere reso nostro, che sia molto o poco.
Se abbiamo vissuto cinquanta, o sessanta, o settant’anni senza averli ben utilizzati, non si può fare più niente. È tutto trascorso eternamente e tutto ciò che possiamo fare è sfruttare quel poco che ci rimane. Veramente! Se abbiamo vissuto tutta la nostra vita sfruttandone in maniera saggia solo una piccola parte, tutto quello che è passato è trascorso definitivamente e possiamo rendere nostri solo quei pochi minuti che rimangono. Se tutto il nostro tempo è trascorso ed è stato sprecato, è irrecuperabile.
L’eternità dipende dal buon uso del tempo. Quando, però, il tempo della vita è passato ed è arrivato il momento della morte, noi non possiamo fare nient’altro: non si può riportarlo indietro, né ottenerne ancora, né avere un’altra opportunità per prepararsi all’eternità. Per questa ragione dobbiamo dargli il massimo valore mentre ce lo abbiamo. Se un uomo perde il suo denaro, di solito può riuscire a ottenerne una quantità superiore e compensare la sua perdita. Se un altro dovesse perdere tutte le sue sostanze mondane e finire in bancarotta, è tuttavia possibile che la sua perdita possa essere recuperata; potrebbe recuperare e possedere una quantità di beni come in passato. Quando, però, il tempo della vita è finito, è impossibile ottenere un altro arco di tempo similare. È eternamente e definitivamente trascorso.
Applicazioni pratiche
A. La prima lezione può essere quella dell’auto-riflessione, per spingere le persone a riflettere e indagare su come hanno sfruttato il loro tempo.
Avete ora ascoltato quanto sia prezioso il tempo e siete preoccupati. Siete di quelli a cui Dio ha fatto dono di questo prezioso talento: avete avuto un bel po’ di tempo, un bel po’ di tempo che ora è passato. Il tempo ha lo stesso valore per voi come per gli altri che ne siate consapevoli o meno. Avete un’eternità di fronte a voi: quando Dio vi ha creato e vi ha dato un’anima razionale, egli vi ha fatto per l’eternità, dandovi il tempo per prepararvi alla vostra futura vita eterna, la quale dipende dall’uso che ne fate.
Considerate quindi cosa avete fatto del vostro tempo passato. Non state iniziando adesso a consumare il vostro tempo, ma una grande parte di esso è passato e trascorso; tutta l’intelligenza e il potere dell’universo non possono recuperarlo. Come lo avete speso? Lasciate che risponda la vostra coscienza.
Ci sono molti di voi che potrebbero concludere che metà del proprio tempo sia già trascorso. Se voi doveste vivere fino all’età ordinaria degli uomini, la vostra clessidra sarebbe vuota per più di metà e forse rimarrebbero pochi granelli di sabbia. Il vostro sole ha oltrepassato lo zenit e forse sta già tramontando o dirigendosi verso un’eclissi eterna. Riflettete, quindi: come rendete conto dell’utilizzo del vostro tempo passato? Come avete fatto trascorrere i preziosi granelli di sabbia della vostra clessidra?
Ogni giorno che voi avete avuto è stato prezioso e così anche ogni singolo momento trascorso! Voi, però, non avete sprecato i vostri momenti, giorni e anni preziosi? Se faceste i conti di quanti giorni avete vissuto, quale sarebbe il totale? Quanto prezioso è stato ognuno di quei giorni e cosa ne avete fatto? Cosa ne è stato di questo numero complessivo? Potete dimostrare di aver compiuto un qualche miglioramento, di aver svolto un buon lavoro, o di aver ottenuto dei benefici per tutto questo tempo che avete vissuto? Quando guardate indietro e riflettete, non constatate che il tempo passato della vostra vita sia stato (per la maggior parte) vuoto e male utilizzato? Se Dio, che vi ha concesso il vostro tempo, dovesse chiamarvi ora per risponderne, come ne rendereste conto?
Quanto si può fare in un anno? Quanta opportunità c’è di fare il bene in un lasso di tempo del genere? Quanto servizio per Dio potrebbero compiere le persone (anche a vantaggio delle proprie anime), se facessero il massimo? Quanto si può fare in un giorno? Quanto avete fatto in così tanti giorni e anni che avete vissuto? Cosa avete fatto con tutto il tempo della vostra gioventù, voi che avete superato l’adolescenza? Cosa ne è derivato da quella preziosa stagione della vita? Che prove potete addurre? Tutta quella preziosa stagione della vita, perfino il tempo della gioventù, non è stata forse vissuta invano da parte vostra? Non sarebbe stato meglio per voi se foste stati addormentati per tutto quel tempo, o in uno stato di non-esistenza?
Avete avuto una grande quantità di tempo libero dalle vostre faccende mondane. Considerate cosa ne avete fatto. Per che scopo l’avete usata? Cosa avete fatto di tutti i giorni di riposo (domeniche) che avete avuto? Non solo avete avuto del tempo “ordinario”, ma anche una gran quantità di tempo “sacro”. Come lo avete utilizzato? Considerate seriamente queste cose e lasciate rispondere le vostre coscienze.
B. La seconda lezione è quella del rimprovero a coloro che perdono e sprecano il proprio tempo. Quanto poco viene considerato il valore del tempo! Sembra che la maggior parte degli uomini ne abbiano sempre poco e tuttavia continuano a sprecarlo. Quanti sono pochi coloro che usano il proprio tempo per uno scopo buono. Non c’è niente di più prezioso e niente di cui gli uomini sono più scialacquatori.
Il tempo è per molti come l’argento nei giorni di Salomone: come le pietre lungo le strade, di cui non si teneva conto; ma non perché ce n’è in gran quantità, come fu allora con l’argento. Il genere umano agisce come se il tempo fosse una cosa posseduta in abbondanza e come se ne avessero più del necessario, non sapendo cosa farci.
Se gli uomini fossero prodighi del proprio denaro come lo sono col proprio tempo e se fosse una cosa normale buttare via i propri soldi come lo è con il tempo, li riterremmo come persone fuori di sé. Eppure il tempo è mille volte più prezioso del denaro e non può essere acquistato tramite le ricchezze. Una volta che è trascorso, i soldi non lo possono riscattare.
Queste riflessioni condannano varie categorie di persone che menzionerò in modo particolare:
- Primo. Coloro che spendono gran parte del proprio tempo nella pigrizia o senza fare nulla: non s’impegnano in alcun tipo di attività, né in termini generali né nelle situazioni minori; non fanno nulla che porti a qualsiasi tipo di profitto per il bene dei propri corpi o anime, né per il proprio beneficio né per quello del prossimo, della famiglia o della società. Sono persone per le quali il tempo sembra un peso gravoso sulle mani. Invece di preoccuparsi a sfruttarlo mentre scorre, badando di non lasciarlo passare senza farne buon uso, essi agiscono piuttosto come se fosse loro interesse escogitare dei modi per sprecarlo e consumarlo; come se il tempo, invece di essere prezioso, fosse un peso tale da doversene sbarazzare. Le loro mani rifiutano di fare fatica; piuttosto essi lasciano soffrire le proprie famiglie e se stessi.
“La persona indolente patirà la fame” (Proverbi 19:15); “I dormiglioni andranno vestiti di stracci” (Proverbi 23:21). Molti utilizzano gran parte del loro tempo in taverna, davanti ai loro boccali, e vagando da casa a casa, sprecando le loro ore in chiacchiere futili e fine a se stesse, che non portano nulla di buono. “In ogni fatica c’è profitto, ma il chiacchierare procura la miseria” (Proverbi 14:23).
L’indicazione dell’apostolo, come in Efesini 4:28, è: “[…] si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno”. Essi, al contrario, invece di avere qualcosa da dare a colui che ha bisogno, non fanno altro che sprecare ciò che hanno. “Anche colui che è sfaticato nel suo lavoro è fratello del dissipatore” (Proverbi 18:9).
- Secondo. Coloro che usano il tempo in opere malvagie, i quali non solo lo sperperano senza fare niente di buono, ma lo sfruttano per scopi maligni.
Essi non solo sprecano il proprio tempo, che è così prezioso, ma fanno di peggio: con esso fanno male a se stessi e agli altri. Essi feriscono e uccidono sé stessi con questo gioiello prezioso, che vale più di montagne d’oro e argento, per mezzo del quale, invece, avrebbero l’opportunità di ottenere una corona e un regno, e di assicurarsi eterna beatitudine. Ciò da cui potrebbero ottenere la vita, viene utilizzato per la loro morte: di questo metallo prezioso essi si fanno una spada con cui accoltellarsi.
Il tempo è prezioso, come abbiamo ascoltato. L’eternità dipende dal suo uso. Abbiamo l’opportunità di sfuggire la miseria eterna e di ottenere eterna beatitudine. Coloro che passano il loro tempo in opere empie, invece, non solo trascurano di farne buon uso per ottenere felicità perpetua o per sfuggire la dannazione eterna, ma fanno tutto il contrario: accrescono la propria miseria eterna e rendono la propria dannazione più pesante e intollerabile.
Molti spendono il proprio tempo non solo in modo pigro, ma in maniera viziosa: alcuni ne usano una gran quantità nel bere eccessivamente; altri trascorrono molto tempo nel fare baldoria, in discorsi e pratiche impuri, in cattive compagnie, corrompendo e ingannando le menti di altri, proponendo un cattivo esempio e spingendo altri nel peccato, rovinando non solo le proprie anime, ma anche quelle degli altri. Essi usano il proprio tempo a corrompere e a infettare i paesi e i posti in cui vivono; altri ancora ne spendono gran parte parlando contro il prossimo, offendendo e diffamando; alcuni passano tanto tempo in contese, non solo litigando tra di loro, ma fomentando e infiammando i conflitti e le dispute.
Che modi dolenti sono questi di spendere il tempo, che, come abbiamo ascoltato, è così tanto prezioso! Questo non è solo uno spreco di tempo, è un abuso ancora peggiore! È come trasformare una cosa che è assolutamente preziosa in qualcosa di molto pericoloso.
Sarebbe stato meglio per alcuni uomini e per quelli intorno a loro, se essi non avessero fatto nulla, poiché allora non avrebbero fatto né bene né male. Invece hanno provocato più danno che altro. Talvolta una sola persona mal disposta provoca più danno del bene che possono compiere dieci persone ben disposte. Sarebbe stato meglio che alcuni paesi in cui vivono certe persone le avessero obbligate a non fare niente, nel caso ciò avesse loro impedito di agire; tali persone non solo sprecano il proprio tempo, ma consumano il tempo altrui, essendo causa di tempo mal speso. Coloro che hanno usato molto del loro tempo nell’empietà, se dovessero mai ravvedersi e determinarsi a sfruttare il tempo in modo migliore, scoprirebbero non solo che lo hanno sprecato nella malvagità, ma che si sono procurati un bel po’ di lavoro da svolgere nel tempo rimanente. Servirà loro probabilmente del tempo per ricercare il pentimento; hanno contratto delle cattive abitudini che richiederanno un lungo periodo per essere mortificate e domate. Il peccato è un grande divoratore del tempo.
Se guardiamo in giro per il mondo e consideriamo come si comportano gli uomini vediamo, ahimè, come essi spendono nel peccato tanto del proprio tempo, se non la maggior parte di esso, o addirittura la loro intera vita. Il tempo, per come viene utilizzato, non è per loro di alcun beneficio; quando avranno finito e guarderanno indietro, come desidereranno allora di non averne avuto così tanto! Il tempo che essi hanno speso sulla terra sarà peggiore di quello che avrebbero potuto trascorrere all’inferno; poiché il frutto dell’intero periodo sulla terra, per come lo hanno sfruttato, sarà un eternità di miseria all’inferno.
- Terzo. Coloro che spendono il proprio tempo solamente in attività mondane, trascurando le loro anime.
Soggetti simili sciupano il proprio tempo. Noterete che sono molto diligenti nelle loro faccende terrene, sebbene attenti a fare in modo che tutto il proprio tempo sia utilizzato, in un modo o nell’altro, per il loro profitto mondano. Anche se avessero tantissimo successo e l’uso del loro tempo fosse sfruttato al massimo per il loro vantaggio mondano, sarebbe tuttavia uno spreco se vivono trascurando le proprie anime e il loro benessere eterno.
Il tempo fu concesso al fine di possedere l’eternità, concepito come un periodo di prova prima di essa. Per questo il tempo è così prezioso, anche perché l’eternità dipende da esso. Di conseguenza se gli uomini non sfruttano virtuosamente il proprio tempo in vista dell’eternità, lo sperperano; essi vanificano il fine per cui esso è stato loro donato. Coloro che usano il tempo solo per il proprio profitto, lo perdono, poiché il tempo non fu dato fine a sé stesso, ma per quella durata che lo segue, che si protrae per sempre.
Coloro, quindi, che sono assorbiti solo dalle preoccupazioni del mondo (nel crucciarsi per cosa mangeranno e berranno, nell’escogitare un modo per mettere da parte dei tesori sulla terra, come arricchirsi, come diventare importante, come vivere in un modo comodo e piacevole) e che impiegano le proprie forze e fanno fluire i loro desideri ed emozioni solo in queste cose, perdono il proprio tempo prezioso. Tutto il tempo che le persone utilizzano solamente per propositi di questo genere è perso, nonostante essi si siano procurati un’ingente quantità di beni, di comodità, di vantaggi e di onori in questo mondo.
Che quelli che sono colpevoli di aver speso così il proprio tempo considerino queste cose! Voi che avete vissuto nel mondo per un tempo considerevole e che avete usato il vostro tempo in questa maniera! Voi avete lavorato sodo e avete faticato, ma a cosa è servito? È stata tutta vanità! Voi che avete usato gran parte del vostro tempo e della vostra forza per ottenere un poco di quello che si trova nel mondo; ma quanto vi giova, ora che lo possedete? Quanta felicità e soddisfazione potere trarne? Vi darà la pace della coscienza, o una quiete e un conforto razionali? Come ne sarà beneficiata la vostra anima povera, bisognosa e che perisce? Che prospettive vi dà nell’approcciarsi all’eternità? A cosa vi servirà quando il vostro tempo è terminato?
C. La terza lezione è un’esortazione, per sfruttare il tempo al massimo. Consideratene il valore: quanto dipende da esso, come è breve e incerto, e come irrecuperabile una volta passato. Rendete queste cose l’oggetto delle vostre meditazioni. Se avete una concezione giusta di queste realtà, il modo in cui sceglierete di utilizzare il vostro tempo varrà più dell’oro finissimo. Ogni ora e ogni momento vi sembrerà prezioso.
Considerazioni aggiuntive
Oltre a queste riflessioni che vi sono state appena esposte, considerate anche le seguenti:
- In primo luogo: dovete rendere conto a Dio del vostro tempo.
Il tempo è un talento datoci da Dio. Egli non ci ha donato le giornate, con il relativo lavoro, per uno scopo effimero. Pertanto, senza dubbio, alla fine ci chiamerà per renderne conto. Noi dobbiamo dare una spiegazione del nostro uso del tempo. Siamo servi di Dio; come un servo è responsabile davanti al suo padrone, di come ha utilizzato il suo tempo quando è stato mandato a lavorare, così anche noi siamo responsabili davanti a Dio. Il nostro tempo appartiene a Dio molto più di quello di un servo al suo padrone.
Se gli uomini considerassero ciò e lo tenessero a mente, non userebbero il proprio tempo in modo diverso da quello che fanno? Non vi comportereste diversamente, se ogni mattina rifletteste che dovete rendere conto a Dio di come avete sfruttato quella parte della giornata? Come spendereste le sere, inoltre, se consideraste all’inizio di ognuna di esse che dovete poi renderne conto a Dio? Cristo ci ha detto che “di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio” (Matteo 12:36). Come possiamo non concludere, pertanto, che dobbiamo rendere conto per tutto il nostro tempo ozioso e sprecato?
- In secondo luogo: avete un assoluto bisogno di sfruttare diligentemente la rimanente parte del vostro tempo, poiché ne avete già perso assai.
Dovreste lamentarvi e piangere per il tempo che avete sperperato; ma non è tutto: dovete applicarvi ancora più diligentemente per usare al meglio la parte che resta, così da recuperare ciò che è stato perso, come se lo si potesse fare realmente.
Voi che avete un età ragguardevole, che fino a questo momento avete speso il vostro tempo in vanità e negli interessi mondani e vissuto in gran misura negligenti della salute della vostra anima, dovreste essere terrorizzati e stupefatti nel pensare a quanto tempo avete perso e sprecato inutilmente. Voi avete ancora più bisogno di essere diligenti, per tre motivi:
- La vostra opportunità è decisamente breve. Già il tempo nel suo complesso è limitato, come abbiamo spiegato precedentemente. Mettete da parte, tuttavia, tutto quello che avete già perso; vi rendete conto di quanto poco ne rimane?
Per quanto riguarda quella parte del vostro tempo che avete già sciupato, non può più essere reputata come un’opportunità; poiché è come se fosse annullata e distrutta. Non esisterà più; sarebbe stato meglio per voi, addirittura, che non fosse neanche esistita. Dunque, c’è solo la parte che rimane da valutare come un’opportunità. Se la vita nel suo complesso è così breve, come già detto, quanto più lo è quest’ultimo periodo che avanza?
- Avete da compiere lo stesso lavoro come all’inizio, ma con difficoltà molto più grandi. Finora non avete fatto niente di tutto il vostro lavoro: rimane tutto da fare, con svantaggi e difficoltà ampiamente più articolati di quello che sarebbero stati se solo aveste iniziato prima; in questo modo non solo il tempo per il vostro lavoro si è accorciato, ma si è persino accresciuto.
Più il vostro tempo si riduce, più le cose da svolgere aumentano; non avete lo stesso lavoro da compiere, ma molto di più. Mentre avete perso il vostro tempo, non lo avete solamente abbreviato, ma vi siete creati più fatica. Questa meditazione dovrebbe svegliarvi per bene, spingendovi a un esame scrupoloso e non lasciando più che le cose vadano avanti in questo modo, ma facendovi immediatamente alzare e applicare al vostro lavoro con tutta la vostra forza.
- Quello che avete perso è stato il fior fiore del vostro tempo. La parte iniziale del tempo di un uomo è la migliore, ossia dopo che impara l’esercizio della ragione e che è capace nel suo lavoro.
Voi che avete vissuto nel peccato fin dalla vostra gioventù e oltre, avete perso la parte migliore del vostro tempo. Quindi le cose che ora dovete considerare sono le seguenti: innanzitutto il vostro tempo nel suo insieme non è altro che un periodo molto breve, non si può mettere da parte e gran parte di esso è trascorso, facendolo diventare ancora più breve; poi che la parte che è volata via era la migliore e ciò nonostante tutto il vostro lavoro da fare rimane; e non solo questo, ma anche con difficoltà più grandi che mai; infine, più breve è il tempo che vi rimane, maggiore è il lavoro che dovete compiere.
Che cosa vi renderà coscienti della necessità di un uso diligente del tempo che vi resta, se non queste affermazioni? A volte considerazioni simili producono un altro effetto: quello di scoraggiare le persone e far loro pensare che, visto che hanno perso così tanto tempo, non vale la pena fingere di fare qualcosa ora. Il diavolo si prende gioco di loro: poiché quando sono giovani egli dice loro che ci sarà abbastanza tempo in seguito, che non c’è bisogno di avere fretta e che è meglio cercare la salvezza in un secondo momento; e le persone gli credono. Successivamente, quando la giovinezza è passata, dice loro che ormai hanno perso troppo tempo, la parte migliore tra l’altro, e che ora non vale la pena fare finta di agire; ed essi gli credono ancora una volta, così che nessun momento è quello buono. Il tempo della gioventù, egli sussurra nelle loro orecchie, non è quello giusto, poiché molto più adatto al piacere e all’allegria, e che comunque ci sarà abbastanza tempo in seguito. Il tempo che c’è in seguito, quando arriva, non è il momento giusto perché la parte migliore del loro arco vitale è già trascorsa. In questo modo gli uomini vengono beffati e rovinati.
Quale pazzia, però, lasciare spazio allo scoraggiamento e trascurare il proprio lavoro con la scusa che il tempo è breve! Che bisogno avrebbero, piuttosto, di svegliarsi dal sonno, di destarsi completamente con tutto se stessi; perfino con violenza, così da ottenere, se possibile, l’eternità. Dio potrebbe, forse, far loro riconoscere la verità, in modo che siano salvati, sebbene sia tardi.
Ancora una volta Dio vi chiama a destarvi e ad applicarvi al vostro lavoro: presterete ascolto al suo consiglio in questa faccenda gravosa, piuttosto che a quello del diavolo, il vostro nemico mortale?
- In terzo luogo: considerate come a volte danno valore al tempo coloro che sono vicini alla propria fine.
Come realizzano bene il valore del tempo, talvolta, i poveri peccatori sul loro letto di morte! Alcuni gridano: “Oh, quanto darei per un solo minuto di tempo!”. In quel momento il tempo appare loro davvero prezioso; esso potrebbe essere loro utile come in passato (quando erano in salute e se solo avessero avuto un atteggiamento simile), sebbene non nella stessa identica maniera. Infatti, il tempo a disposizione di un uomo sul letto di morte per il bene della sua anima comporta molti più svantaggi rispetto a quando è in salute.
L’avvicinarsi della morte li rende consapevoli dell’inestimabile valore del tempo. Essi erano indifferenti e negligenti mentre erano in salute, proprio come lo siete voi. Come sono cambiati, tuttavia, i loro pensieri in quel momento! Non perché siano stati ingannati, ma perché sono stati loro aperti gli occhi. Voi, invece, non pensate come loro proprio perché siete ingannati e ciechi.
- Possiamo concludere considerando che valore del tempo abbiano coloro che hanno perso il proprio e ne hanno superato la fine. Quelli che hanno sprecato tutte le loro opportunità per ottenere la vita eterna e sono andati all’inferno, quali pensieri ritenete che abbiano sul valore del tempo? Benché fossero stati molto prodighi del proprio tempo mentre vissero e non gli dessero un grande valore, come hanno cambiato, però, la loro opinione? Come valuterebbero l’opportunità che voi avete, se solo fosse loro garantita? Cosa non darebbero per un solo giorno di grazia?
Conclusione
Voi sarete convinti, quindi, presto o tardi, del valore del tempo. Se non ve ne preoccuperete, però, fino a quando non ne sarete convinti nella stessa maniera in cui lo sono stati loro, sarà troppo tardi. Ci sono due modi per rendere le persone coscienti del valore del tempo: la prima è mostrarne alle persone la ragione (mostrare loro i motivi per cui il tempo è prezioso, affermando quanto dipende da esso, quanto è breve, incerto e così via); l’altra è l’esperienza, quando gli uomini sono convinti del valore del tempo riscontrando di prima mano quanto dipende dal suo uso. Il secondo è il modo più efficace, poiché convince sempre le persone, se non lo fa nient’altro. Se le persone, però, non saranno convinte dal primo modo, il secondo non porterà loro alcun bene; se il primo sarà inefficace, il secondo, sebbene certo, sarà tardivo. L’esperienza non fallisce mai nell’aprire gli occhi delle persone, se non li hanno mai aperti prima, ma in questo caso non gioverà loro a nulla. Di conseguenza bisogna utilizzare il primo modo di convinzione. Voi dovete essere convinti del valore del tempo tramite le ragioni che possono essere dimostrate, altrimenti non ne sarete mai convinti a vostro beneficio. Che siate tutti persuasi a sfruttare il vostro tempo al massimo!
Concluderò con tre esortazioni particolari:
- Sfruttate il tempo presente senza alcun tipo di ritardo.
Se ritardate e rimandate il buon uso del tempo, ne perderete ancora di più; e ciò sarà un’evidenza che non vi prestate la dovuta attenzione. Non parlate di stagioni future più adatte, ma migliorate il vostro uso del tempo mentre lo avete, secondo l’esempio del salmista: “Ho esaminato le mie vie e ho orientato i miei passi verso le tue testimonianze” (Salmi 119:59).
- State specialmente attenti a sfruttare bene quei momenti che sono i più preziosi.
Sebbene tutto il tempo sia prezioso, tuttavia alcune parti di esso hanno più valore di altre. In particolare, il “tempo sacro” è più prezioso del “tempo comune”: è soprattutto importante per il nostro benessere eterno. Quindi, utilizzate al meglio il Giorno del Signore sopra ogni cosa, specialmente il momento dell’adorazione pubblica, che ne è la parte più importante. Non perdete il vostro tempo né dormendo, né essendo disattenti, né vagando con l’immaginazione. Come sono insensati quelli che sprecano non solo il loro tempo comune, ma anche quello sacro, proprio quando partecipano alle sante adunanze di Dio!
Il tempo della giovinezza, inoltre, è più prezioso degli altri periodi sotto tanti punti di vista. Se quindi lo state attraversando, fate attenzione a sfruttarlo saggiamente. Non lasciate scivolare via i giorni e gli anni della gioventù senza averli usati bene!
Inoltre, il momento in cui lo Spirito di Dio è vicino vale più di altri momenti. Dio è vicino e in Isaia 55:6 siamo esortati in questo modo: “Cercate il Signore mentre lo si può trovare; invocatelo mentre è vicino”. Questo tipo di momento è favorevole in modo peculiare, un vero e proprio giorno di salvezza: “«Ti ho esaudito nel tempo favorevole e ti ho soccorso nel giorno della salvezza». Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (II Corinzi 6:2). Fate fruttare questo periodo, se lo state attraversando!
- Fate buon uso del tempo libero che avete dagli impegni mondani.
Tante persone ne possiedono molto e tutti ne hanno almeno un po’. Può essere utilizzato a grande vantaggio se si è sono disposti. Momenti simili, in cui siamo più liberi dalle preoccupazioni riguardanti il nostro corpo o altre faccende esteriori, sono felici opportunità per l’anima. Non c’è alcuna necessità di spendere questi momenti nell’indolenza, solo perché non avete altri impegni mondani; di conseguenza non li spendete in modo inconcludente, senza poi poterne rendere conto positivamente davanti a Dio! Non sprecate quelle lunghe serate invernali in futili chiacchiere fine a sé stesse, presso il vostro focolare o quello del vostro vicino! Oppure in divertimenti e distrazioni inutili. Il divertimento dovrebbe essere usato solo in subordinazione alle attività e solo la quantità che è adatta alla mente e al corpo per permetterci di svolgere bene il nostro lavoro, sia nelle nostre vocazioni generali sia in quelle particolari. Potreste usare in modo profittevole il tempo parlando con persone religiose delle cose della massima importanza, nella preghiera, nella meditazione e leggendo libri edificanti (se non ne avete, allora procurateveli: non siate parsimoniosi nelle realtà spirituali come lo siete in altro).
Voi avete bisogno di sfruttare ogni talento, vantaggio e opportunità al massimo grado, mentre c’è ancora tempo. Poiché presto accadrà che si dirà di voi, secondo il giuramento dell’angelo, quello che leggiamo in Apocalisse 10:5-6: “Allora l’angelo che avevo visto stare in piedi sul mare e sulla terra alzò la mano destra verso il cielo e giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, la terra e le cose che sono in essa, e il mare e le cose che sono in esso, dicendo che non ci sarebbe stato più indugio[3]”.
Jonathan Edwards
[1]NdT – Il seguente libretto è frutto dell’accorpamento, da parte degli editori statunitensi, dei sermoni dell’autore sull’argomento. La lettura, pertanto, non deve essere compiuta come di consueto, bensì tenendo conto del fatto che ci troviamo di fronte a un testo preparato per essere pronunciato oralmente.
[2]NdT – Interpretazione dell’autore del versetto.
[3]NdT – Nella versione inglese l’ultima frase è ancora più incisiva e legata al discorso dell’autore: “ […] that there should be time no longer”, ossia “ […] che non ci sarebbe più stato tempo”.
Tradotto da Simore Ferrari.