
Di Guy M. Richard.
Mentre mi stavo preparando per una recente conferenza alla quale dovevo intervenire, ho riscoperto una famosa citazione di Giovanni Calvino nella quale il riformatore parla della necessità della chiesa in termini che oggi potrebbero sorprendere molti protestanti. Sembrando forse più cattolico-romano che protestante, Calvino dice che «non vi è altro modo di entrare nella vita a meno che [la chiesa visibile, fungendo da nostra madre] non ci concepisca nel suo grembo, ci dia alla luce, ci allatti al suo seno e in ultima istanza ci mantenga sotto la sua tutela e direzione». L’importanza della chiesa visibile per Calvino è tale che non possiamo essere salvati senza di essa.
Mi rendo conto che i commenti di Calvino potrebbero non essere graditi da tutti i miei lettori. In genere abbiamo una dottrina della chiesa assai più modesta nel ventunesimo secolo di quella che Calvino aveva nel sedicesimo: tendiamo a considerare la chiesa opzionale, la salvezza una questione privata e l’adorazione in termini personali e individualistici. Da pastore, mi sento spesso dire: «Perché devo andare in chiesa? Posso essere un cristiano anche senza andare in chiesa. Posso adorare Dio mentre gioco a golf, vado a caccia o navigo su internet».
La Riforma aveva una dottrina della chiesa assai differente da quella che tendiamo ad avere al giorno d’oggi. Essa riconosceva l’importanza della chiesa visibile nonostante questa chiesa fosse tutt’altro che perfetta nelle sue decisioni, politiche e gestione delle sue risorse. Queste imperfezioni non avevano l’effetto di demoralizzare i riformatori o allontanarli dalla chiesa, perché erano consapevoli del fatto che la chiesa è il corpo di Cristo e come tale è indispensabile per il piano salvifico di Dio. I riformatori vedevano questa verità affermata chiaramente nella Bibbia in passaggi come Romani 12:5, Efesini 1:22-23 e Colossesi 1:18, 24, ma forse il passaggio più chiaro e utile per dimostrare la necessità della chiesa è 1 Corinzi 12:12-27.
In questo passaggio, Paolo parla esplicitamente della chiesa visibile locale di Corinto come del corpo di Cristo (si osservi il plurale “voi” al versetto 27) e degli individui all’interno della chiesa come membra di tale corpo; questa è la ragione per la quale sappiamo che la metafora paolina del corpo umano e delle sue parti (vv. 12-24) si applica alla chiesa di Corinto e, per estensione, a ogni chiesa visibile locale del Signore Gesù in ogni epoca. È questa metafora che più di ogni altra cosa ci aiuta a dimostrare la necessità della chiesa per il piano salvifico di Dio.
Vi immaginate se una parte del corpo umano non volesse stare unita alle altre parti o al corpo in generale? Che cosa succederebbe? Prendete ad esempio gli occhi: cosa succederebbe se gli occhi pensassero di stare meglio da soli e scegliessero di staccarsi dal resto del corpo? O se le orecchie pensassero di poter continuare a far parte del corpo senza stare insieme al resto del corpo? O se le mani o le dita pensassero che restare attaccate al resto del corpo fosse opzionale? È evidente che in tutti questi casi sarebbe il corpo nel suo complesso a risentirne, perché si troverebbe a dover funzionare senza occhi, orecchie, mani o dita. Ora, sappiamo che il corpo umano può continuare a funzionare senza queste singole parti perché ne abbiamo visti diversi esempi: i ciechi riescono a cavarsela senza essere in grado di vedere cosa li circonda e i sordi senza essere in grado di udire, ma in tutti questi casi il corpo sarebbe limitato o, potremmo dire, invalido e non starebbe funzionando a pieno regime.
Se applichiamo questo principio alla chiesa, il corpo di Cristo, vediamo che la chiesa nel suo complesso soffre quando una delle sue membra decide di non far parte del corpo. Certo, la chiesa può continuare a funzionare, ma non può funzionare a pieno regime: in altre parole è invalida, proprio come un corpo umano che cercasse di funzionare senza occhi, orecchie, mani o dita.
Ma la cosa più importante è che anche il membro individuale che si separa dal corpo ne risente e non poco. Gli occhi non possono funzionare quando sono separati dal corpo: hanno bisogno dei muscoli per stare al loro posto e muoversi, come anche del sistema nervoso e del cervello per elaborare ciò che vedono e renderlo comprensibile. Se anche solo una di queste cose viene a mancare, gli occhi sono fuori uso, come la lente di una macchina fotografica staccata dalla macchina fotografica. Allo stesso modo, senza una testa alla quale restare attaccate e un cervello per interpretare i suoni e renderli comprensibili, le orecchie non servono a niente.
Lo stesso vale per la chiesa: quando i membri individuali decidono di fare da soli e abbandonare la chiesa si stanno facendo del male, e quando si isolano dal corpo stanno assicurando la propria distruzione, perché gli occhi, le orecchie, le mani e le dita del corpo di Cristo non possono funzionare indipendentemente dal corpo, o quantomeno non come dovrebbero.
Può essere che una delle ragioni per le quali la chiesa sta diventando sempre meno efficace nell’evangelizzazione del mondo è che stiamo andando nel mondo in uno stato di invalidità? Stiamo ingaggiando il mondo attorno a noi senza molti dei nostri membri e non stiamo funzionando a pieno regime. Spesso mi chiedo quale sarebbe il suo impatto sul mondo se il corpo di Cristo fosse in grado di operare a pieno regime (o quasi). Vedremmo forse un risveglio, un rinnovamento e una riforma nei nostri giorni?
Può essere anche che una delle ragioni per le quali assistiamo a tanta disfunzionalità al giorno d’oggi sia perché ci sono così tante persone che si stanno facendo del male cercando di fare da sole e non funzionando come parti del corpo di Cristo? Quando ero in seminario, chiesi a un amico che era un consulente cristiano perché il bisogno di tale assistenza sembrasse più forte al giorno d’oggi di quanto non lo fosse mai stato prima d’ora. La sua risposta mi sorprese. A suo dire, la nostra società sta perdendo il suo senso di comunità e la mancanza di comunità ha creato un nuovo problema: una profonda solitudine. In passato, la comunità aiutava le persone ad affrontare i loro problemi e guardare al di là di se stessi, ma adesso questa nuova solitudine sta devastando le vite delle persone. Può essere che una delle ragioni alla base di questa solitudine e della disfunzionalità che ne deriva sia perché ci siano separati dalla chiesa?
Ciò che sappiano con certezza è che Dio ha ordinato dei mezzi o canali specifici tramite i quali comunica la sua grazia al suo popolo, come la Bibbia, la preghiera, i sacramenti e la comunione cristiana: tutte queste cose sono dei mezzi tramite i quali Dio ci impartisce la sua grazia e ci fa crescere per diventare sempre più simili a Cristo. Trovo assai significativo il fatto che l’unico luogo dove questi mezzi di grazia sono tutti presenti sia nella chiesa, e almeno due di essi si trovano esclusivamente nella chiesa. Stando così le cose, unitamente all’analogia del corpo umano, non è difficile vedere come mai Calvino poteva affermare che «non vi è altro modo di entrare nella vita» se non attraverso la chiesa: gli occhi, le orecchie, le mani e le dita devono far parte del corpo, e lo stesso vale per voi e per me.
Fonte:
The Visible Body of Christ, Copyright 2018, da Guy M. Richard. Ligonier Ministries.
Con permesso tradotto da A.P.