
di Alan D. Strange.
Dio ci comunica il suo amore per mezzo della grazia (la Scrittura, i sacramenti e la preghiera) – specialmente, come ho sostenuto nel numero di maggio 2000 di Nuovi Orizzonti, nella predicazione della Parola. Se la predicazione può essere un mezzo cruciale della grazia, lo Spirito Santo (che rende effettivo il mezzo della grazia) utilizza anche i sacramenti (il santo battesimo e la santa comunione, o Cena del Signore) per trasmetterci l’amore e la grazia di Dio per noi. Come con la predicazione, il contenuto del battesimo e della Santa Cena è il Vangelo – le benedizioni e i benefici che ci appartengono grazie alla persona e all’opera di Cristo. Esattamente lo stesso, dunque, ci viene comunicato nei sacramenti come nella predicazione del Vangelo.
Pensatela in questo modo: quando sentiamo predicare il Vangelo, noi ascoltiamo Dio, per mezzo dello Spirito Santo, che ci dice “Io ti amo”. Dopo la predicazione della Parola, nell’amministrazione del sacramento della Santa Cena, non solo sentiamo Dio che ci dice che ci ama, ma vediamo, tocchiamo, odoriamo e assaporiamo il fatto che Dio ci ama. Proprio come quando un uomo dice a sua moglie di amarla e lei si rallegra e crede alla dichiarazione d’amore, così con la predicazione noi siamo benedetti per il fatto di rallegrarci della dichiarazione d’amore di Dio per noi. Quando un uomo bacia sua moglie, non solo dimostra di amarla, ma trasmette anche amore. Un bacio è certamente un segno d’amore, un’attestazione visibile dell’amore dell’uomo. Ma è qualcosa in più di un semplice segno: è anche un suggello. L’amore di un uomo e una donna è suggellato con un bacio perché il bacio stesso è un atto d’amore, la trasmissione fisica dell’amore che è nel cuore di un uomo, una dimostrazione visibile dell’amore che prova.
Agostino parlava dei sacramenti come di parole visibili. Proprio come un uomo dichiara il suo amore e poi lo dimostra e lo suggella con un bacio, così Dio dichiara il suo amore e poi lo dimostra e lo suggella per noi con le parole visibili dei sacramenti. Nei sacramenti, si può dire, Dio abbraccia e ama il suo popolo.
I segni e i suggelli del patto
I sacramenti sono definiti negli standard riformati e presbiteriani come segni e suggelli del patto. Infatti, la Confessione Belga (articoli 33 e 34), il Catechismo di Heidelberg (domande 66 e 94), la Seconda Confessione Elvetica (capitoli 19 e 20), la Confessione di fede di Westminster (CFW), il Catechismo Allargato (CA) e il Catechismo Breve (CB) parlano tutti del battesimo e della Santa Cena come segni e suggelli.
CA 162 chiede: “Cos’è un sacramento?” e risponde: “un sacramento è un ordine santo istituito da Cristo per la sua chiesa per significare, suggellare e dimostrare a coloro che sono nell’assemblea dei salvati i benefici della sua mediazione; per rafforzare e accrescere la loro fede e tutte le altre benedizioni; per obbligarle all’obbedienza; per testare e apprezzare il loro amore e la loro comunione gli uni con gli altri e per distinguerli da coloro che non ne hanno”.
Secondo alcuni, i sacramenti sono poco più che semplici simboli o memoriali. Ma la CA sostiene che non sono solo segni (attestazioni visibili del favore di Dio), ma anche suggelli (conferme dell’amore di Dio, in cui Lui ci assicura quanto trasmesso con il simbolo). CA 163 parla di questa realtà chiedendo “Quali sono le parti che compongono il sacramento?” e risponde: “Due sono le parti di un sacramento: una è un segno esteriore e comprensibile; l’altro è una grazia interiore e spirituale che è racchiusa in esso”. Ciò vale sia per il battesimo che per la Santa Cena, per quanto ci focalizzeremo ora solo sul primo.
Il battesimo, secondo CA 177, è “un segno e un suggello della nostra rigenerazione e rinascita in Cristo, e questo anche per i bambini”. Quindi, il battesimo non è solo un segno esteriore di cosa ci deve accadere interiormente se conosciamo e amiamo Dio veramente – il lavaggio con l’acqua della Parola, applicato dallo Spirito Santo nella rigenerazione. È anche il suggello dell’unione tra noi e Dio e la sua promessa di essere il nostro Dio e farci suoi, ora e per sempre. In altre parole, il battesimo non solo ci mostra la grazia di Dio (il simbolo), ma è anche la base per affermare la promessa della salvezza (lo Spirito Santo ci suggella e suggella la promessa con noi).
Nel battesimo, infatti, lo Spirito Santo, per volontà di Dio, conferisce la grazia al suo popolo (che può essere visto come parte dell’attività di suggellamento). CFW 28.6 la mette in questo modo: “L’efficacia del battesimo non è relegata al momento in cui viene amministrato: al contrario, se l’ordine viene utilizzato correttamente, la grazia promessa non è solo offerta, ma veramente dimostrata e conferita dallo Spirito Santo a coloro (adulti o bambini) ai quale appartiene la grazia, secondo la sola volontà di Dio, nel momento esatto in cui ha voluto”.
Chi fa parte del patto?
“Il battesimo”, secondo la CB 94, “simboleggia e suggella la nostra appartenenza a Cristo e la condivisione dei benefici del patto di grazia, e il nostro impegno a vivere nel Signore”. Chi è parte del patto della grazia? CB 31 risponde che la comunità di grazia “fu creata con Cristo come secondo Adamo e in lui con tutti gli eletti”. Di conseguenza, alcuni credono che il battesimo sia un segno e un suggello solo per gli eletti, e che non è un segno o un suggello quando viene amministrato a qualcuno che non è eletto. Dopo tutto, non è un sacramento “una santa ordinanza istituita da Cristo nella sua chiesa a simboleggiare, suggellare e dimostrare a coloro che costituiscono il patto della grazia i benefici della sua mediazione” (CB 162)? E chi appartiene al patto non è eletto in Cristo?
Certamente il battesimo non deve essere amministrato ad alcuno che sia “fuori dalla chiesa visibile, e quindi estranei al patto della promessa”. In ogni caso, può essere amministrato a chi è fuori dalla chiesa visibile quando “professano la loro fede in Cristo e l’obbedienza a Lui”, e sono dunque ammessi nella chiesa visibile. Inoltre, “i bambini figli di genitori, entrambi o uno solo, che professano la loro fede in Cristo e obbedienza a Lui, sono considerati nel patto, e quindi possono essere battezzati” (CB 166). I figli dei genitori credenti sono dunque nel patto.
Il battesimo e l’elezione
Ma questo non contraddice quanto detto nella CA 31, che dice che gli eletti sono nel patto? No, perché quando gli standard di Westminster parlano della chiesa invisibile e del patto fatto con Cristo e Lui con gli eletti, si parla della realtà come Dio la vede. Ma tutti abbiamo a che fare con la chiesa visibile. Non sappiamo nulla della chiesa invisibile più di quanto sappiamo della lista di nomi nel libro della vita dell’Agnello. Inoltre, chiunque sia nella chiesa visibile (ad es. coloro che professano la loro fede e i loro figli) sono per certi aspetti già nel patto (CFW 27.1, CA 165-167).
Chiaramente, dunque, i figli di genitori credenti sono nel patto (e per questo motivo dovrebbero essere battezzati), non perché presumiamo che siano eletti, ma semplicemente perché Dio dice che sono nel patto e dunque possono ricevere il simbolo e il suggello del patto. Poiché i nostri figli sono nel patto, devono sapere che le promesse di Dio sono anche per loro, non che le promesse di Dio sono per loro se sono eletti. Nessuno nella Bibbia ha mai puntato all’elezione come base per la fede e la rassicurazione. Piuttosto, vediamo la nostra elezione indirettamente quando crediamo in Cristo e l’obbedienza deriva da questa fiducia.
È assurdo dire ai nostri figli che l’opera di Cristo è per loro solo se sono eletti, come lo è anche dire a un adulto che dovrebbe avere una rassicurazione prima di esercitare la fede. No, il battesimo simboleggia e suggella ai nostri figli tutte le benedizioni di salvezza che Cristo ha conquistato per noi. Noi dovremmo incoraggiare i nostri figli ad amare e servire il Signore che è morto per loro. Il fallimento di alcuni genitori verso i loro figli, come all’interno del patto, mette in evidenza un grande pericolo nelle comunità Riformate e Presbiteriane: la tentazione di consentire alla gloriosa dottrina dell’elezione di inghiottire tutto il resto, in particolare gli strumenti della grazia.
Mentre gli standard di Westminster di certo affermano la dottrina dell’elezione come fonte di conforto per il popolo di Dio, si riferiscono alla “dottrina di questo grande mistero della predestinazione” e mettono in guardia sul fatto che “deve essere trattato con grande prudenza e attenzione” (CFW 3.8). È vero che chi vive in maniera dissoluta non riceve la grazia secondo i mezzi della grazia (anche se “è stato molto discusso in tutte le nazioni”, CA 35), ma i mezzi della grazia non vanno mai discussi con la condizione “se sei eletto”. Il battesimo è per coloro che sono nel patto, sia che arrivino alla fede da adulti, sia che siano figli di genitori credenti, e ciò simboleggia e suggella la grazia di Dio per tutti coloro che la ricevono.
Il suggello della promessa di Dio
Il battesimo non solo pone il nome di Cristo su coloro che si sottomettono a Lui, ma suggella anche la promessa di Dio a loro con l’autorità di Dio stesso, proprio come un re firma un regio decreto e poi appone il suo sigillo su di esso con il proprio anello. Noi firmiamo documenti e poi, per certificare la loro autenticità, facciamo apporre un sigillo notarile. 2 Corinzi 1:21-22, Efesini 1:13-14 ed Efesini 4:30 mettono in chiaro che siamo sigillati dallo Spirito Santo, la garanzia dell’eredità che ci spetterà un giorno, riservata al giorno della redenzione.
Il sigillo inizia con il battesimo e continua con la Santa Cena. L’aspetto del battesimo che suggella è per il nostro conforto e rassicurazione. Ogniqualvolta i nostri nemici (il diavolo, la carne e il mondo) ci dicono che noi non siamo niente più di quanto siamo in Cristo, siamo confortati di sapere che lo Spirito Santo è per noi un sigillo, che la nostra vita è stata nascosta da Dio in Cristo, che saremo seduti in cielo con Gesù Cristo nostro Signore e che ciò è confermato sia nella Parola che nel simbolo e suggello che è il sacramento. Il nostro battesimo è un simbolo e un sigillo che non apparteniamo più a noi stessi, ma che apparteniamo, corpo e anima, al nostro fedele Salvatore Gesù Cristo e riceviamo la testimonianza del nostro battesimo nella fede. Crediamo che la funzione del battesimo sia questa. Non è solo un semplice segno, ma anche un sigillo, una garanzia della grazia che ci ha messi al sicuro finora e che per certo ci riporterà a casa.
Fonte: Baptism as a Seal, by Dr. Alan D. Strange, New Horizons, July-August 2000.
Tradotto da B. C.