
(I Timoteo 3:1-7; Tito 1:6-9; Atti 6:1-6)
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Caratteristiche minime:
□ Mantenere un’abitudine regolare e giornaliera di trascorrere del tempo da solo con Dio, nella lettura della Bibbia e nella preghiera.
□ Avere una vita contrassegnata da un’integrità morale e spirituale.
□ Avere una buona reputazione sia tra i credenti che tra i non credenti.
□ Avere una ferma comprensione e convinzione delle verità della fede cristiana come sono rivelate nelle Scritture ed essere capace di insegnarle.
□ Avere la capacità spirituale di discernere e di esporre l’eresia e l’incredulità, e di resistere ai loro attacchi (per i soli anziani).
□ Avere una famiglia che riflette un’atmosfera di armonia, timore di Dio e genuina ospitalità.
Caratteristiche richieste[1] per un anziano:
([1]Non in maniera perfetta, ma sostanziale; difatti non si può raggiungere la perfezione in tali caratteristiche, le quali devono tuttavia essere presenti in una certa misura negli anziani e devono gradualmente migliorare.)
1. Irreprensibile (I Timoteo 3:2; Tito 1:6).
□ Che non merita alcuna riprensione, a cui non si può muovere il minimo biasimo.
□ Ci si riferisce a tutto l’insieme delle virtù bibliche. Significa comportarsi in modo da non diventare oggetto di critiche, grazie a un’integrità impeccabile, in accordo con i requisiti biblici per la leadership.
2. Sobrio (I Timoteo 3:2; I Tessalonicesi 5:6, 8)
□ Essere una persona equilibrata e mite.
□ Vivere una vita sobria, libera dagli eccessi, senza lasciarsi trascinare dai problemi della vita.
□ Possedere un vero autocontrollo grazie all’opera dello Spirito di Dio (Galati 5; Filippesi 2:13) e a un tipo di saggezza che viene da Dio. (L’idea non è quella di una persona rigorosamente disciplinata, ma piuttosto appropriatamente disciplinata e flessibile nell’uso e nella pratica di tutte le cose per la gloria di Dio).
a. Autocontrollo che si esprime nella bontà e nella gentilezza
(II Samuele 22:36; Salmo 18:35; I Timoteo 3:2-3).
□ Il concetto di gentilezza, una qualità molto importante per un conduttore devoto,
consiste nell’essere paziente, mite, ragionevole, cortese e benigno.
□ Non insistere per fare le cose a modo proprio.
□ Vedere le persone come esseri sensibili; interagire con esse per come sono e incoraggiarle a migliorare.
□ Fare attenzione nello scegliere parole ed espressioni così da non offendere senza motivo (Galati 6:1).
Allo stesso tempo non bisogna essere spinti da uno spirito di paura, bensì di verità[2]. ([2]É sbagliato non parlare o agire secondo giustizia per paura d’offendere o di ferire i sentimenti altrui; bisogna fare o dire la cosa giusta nella maniera appropriata (gentile e mansueta), senza timore della reazione degli altri.)
□ Mostrare attenzione, affetto e benevolenza verso altri (Efesini 4:2).
□ Non essere rude, maleducato, brusco, indelicato o critico nella mia comunicazione.
Il conduttore devoto a Dio deve perseguire queste buone qualità (I Timoteo 6:11).
□ Mettere in pratica il frutto dello Spirito di Dio (Galati 5:22; Filippesi 4:5).
Ecco alcuni modi tipici in cui bisogna essere biblicamente gentile:
i. Un uomo veramente gentile.
□ Essere cordiale.
□ Essere fermo, ma diplomatico e mansueto perfino nel correggere gli oppositori (Galati 6:1-2; II Timoteo 2:23-25).
□ Essere cortese e benevolo come Gesù Cristo (Matteo 11:29; Atti 24:4; II Corinzi 10:1; I Tessalonicesi 2:7).
□ Possedere una saggezza, concessa da Dio, che è biblica e messa in pratica in modo gentile (Giacomo 3:17).
ii. Gentile, ossia non violento
(I Timoteo 3:3; Tito 1:7).
□ Non aggredire i propri familiari, né nessun altro.
□ Non essere incline alla violenza o a scoppi d’ira.
□ Non usare le parole con asprezza.
□ Se oltraggiato o ferito, non attaccare verbalmente, non “perdere le staffe” o “dare di matto”; non istigare al litigio; non allontanare le persone a causa di un atteggiamento aggressivo.
□ Non essere impaziente di esprimere il proprio punto di vista o di averla vinta.
□ Non essere irritabile o irascibile (Proverbi 3:30; 15:18; 17:14; 20:3; 25:8; 26:17; Filippesi 2:3).
iii. Gentile, ossia non litigioso
(I Timoteo 3:2-3; II Timoteo 2:14).
□ Dimostrare avversione per i litigi, le discussioni e le dispute.
□ Pur tenendo presente il punto precedente, bisogna saper discutere nel modo giusto, capendo quando e come.
□ Non essere compiaciuti nel sopraffare gli altri e prevalere sulle loro idee e credenze; di conseguenza, non bisogna sostenere un rigido dogmatismo o un approccio fortemente offensivo nel relazionarsi con gli altri; non essere polemico (I Timoteo 6:3-5; II Timoteo 2:22-26; Tito 3:9).
□ Possedere e dimostrare un senso di pace, tranquillità e calma. Adoperarsi per la pace e essere capace di portare calma nelle situazioni turbolente (Ecclesiaste 10:4; Matteo 5:9; Romani 12:18; 14:19; Ebrei 12:14; Giacomo 3:17).
b. Autocontrollo, ossia non essere avido (I Timoteo 3:3; Tito 1:7).
□ Accumulare denaro o altro non deve essere un’alta priorità nella propria vita.
□ Avere una vita caratterizzata dalla semplicità e dall’umiltà.
□ Le priorità che prevalgono nella vita sono quelle celesti (Matteo 6:33).
□ Ciò che si possiede non riflette una ricerca del comfort né un accumulo esagerato di cose non necessarie.
□ Avere una ferma convinzione nel resistere a metodi disonesti e loschi per acquisire denaro o altre cose.
□ Essere libero dall’amore del denaro, in modo particolare poiché può essere spesso una tentazione letale per un leader biblico
(I Timoteo 6:5-10; Atti 20:33; II Timoteo 3:6-7).
c. Autocontrollo, ossia non iracondo (Tito 1:7; Proverbi 16:32).
□ Non essere propenso alla rabbia, né eccessivamente passionale.
□ Non essere irascibile o irritabile.
□ Non essere permaloso e non offendersi facilmente.
□ Non essere inavvicinabile o imprevedibile.
d. Autocontrollo, ossia non dedito a troppo vino (I Timoteo 3:3; Tito 1:7).
□ Non indulgere nella tentazione del bere; non essere controllato dal vino; non essere un ubriacone o un beone.
□ Il principio è quello di controllare gli appetiti carnali (Genesi 19; Proverbi 20:1; 23; Ecclesiaste 10:17; Isaia 5:11; 28:1; Luca 21:34; Romani 13:13; Efesini 5:18).
e. Autocontrollo in tutti gli aspetti del carattere (Tito 1:8).
□ Possedere padronanza di sé stesso.
□ Avere controllo sulle proprie passioni e sui propri appetiti.
□ Non essere pigro, goloso o volgare (Efesini 5:4).
□ Avere una vita ordinata, che riflette obiettivi e priorità celesti (Matteo 26:41; Atti 24:25; Romani 6:12; I Corinzi 10:12; Giacomo 3:2; I Pietro 5:8; II Pietro 1:5-7).
3. Umile (Luca 14:10; Filippesi 2:3; Tito 1:7; Giacomo 4:10; I Pietro 5:5).
□ Non essere testardo, ostinato, prepotente e arrogante.
□ Non schierarsi rigidamente su qualsiasi cosa si creda e non insistere a fare le cose a modo proprio.
In altre parole i propri principi non devono diventare leggi infrangibili per gli altri (Romani 14).
□ Avere un interesse genuino negli altri e in ciò che dicono e fanno.
□ Non essere concentrato sulla propria apparenza, performance o condizione; non trascurare gli altri.
□ L’umiltà è il prerequisito per essere ammaestrato, per avere un concetto sobrio di sé stesso (Romani 12:3, 10, 16)
e per vedersi come realmente si è al cospetto di Dio. Pregare sempre per crescere in questa qualità.
4. Santo (Levitico 11:45; Luca 1:74-75; II Corinzi 7:1; Tito 1:8; Ebrei 12:14; I Pietro 1:16; II Pietro 3:11).
□ Essere religiosamente e biblicamente devoto e pio.
□ Essere più simile a Gesù Cristo, piuttosto che come la cultura e il mondo.
□ Essere coerente e costante nel vivere il Vangelo, in pubblico e in privato. Mostrare cosa sia una vita ripiena dello Spirito di Cristo.
5. Ospitale (I Timoteo 3:2; 5:10; Tito 1:9; I Pietro 4:9).
□ L’amore di Cristo si manifesta nell’amare il prossimo come sé stesso.
□ Essere genuinamente e visibilmente gentile con gli altri, perfino con degli sconosciuti.
□ Essere generoso, cosa che si mostra nello “avere la porta sempre aperta”. Ciò riflette un Salvatore gentile, compassionevole e accogliente.
□ In quanto conduttore essere un modello e un “battistrada” nell’ospitalità (Romani 12:13; Ebrei 13:2).
6. Giusto (Deuteronomio 16:20; Salmi 82:3; Proverbi 21:3; Isaia 56:1; Romani 13:7; Colossesi 4:1; Tito 1:8).
□ Essere retto ed equo; imparziale e corretto nell’interagire con gli altri.
□ Ricercare la verità nei conflitti o nelle situazioni difficili, dimenticando l’interesse personale; arbitrare i confronti con giustizia;
essere capace di ascoltare entrambe le parti, valutando con onestà.
□ Affermare ciò che è giusto in modo amorevole, ma coraggioso.
7. Amante del bene (Tito 1:8).
□ Amare la virtù, gli uomini devoti e le cose buone; le affezioni devono essere protese verso queste tre cose (oltre che verso il Signore),
piuttosto che essere attirate dai piaceri e dalle gratificazioni di questo mondo.
□ Avere a cuore la santità, l’obbedienza alla Parola di Dio e il mondo a venire.
□ Amare la verità di Dio piuttosto che la posizione, la fama, l’abilità, i beni ecc. che sono tutte cose che passano presto
(I Tessalonicesi 5:21; Ebrei 3:6; 4:14; 10:23; Apocalisse 3:3).
8. Prudente (I Timoteo 3:2; Tito 1:8).
□ Possedere una mente saggia e autocontrollata.
□ Aver sviluppato la capacità di vivere spiritualmente, sapendo applicare gli insegnamenti della Bibbia nelle vicende quotidiane.
□ Essere temperato, controllato non dai propri impulsi, ma dai principi biblici.
□ Essere responsabile, non vivendo guidato dalle emozioni e sensazioni.
□ Vivere riflettendo le priorità bibliche, mostrando di pensare in maniera assennata e facendo le giuste scelte; tutto ciò grazie a una prospettiva biblica della vita.
9. Rispettabile (I Timoteo 3:2).
□ Essere ordinato, ben organizzato e decoroso nel comportamento e nel linguaggio. Il termine rispettabile si può riferire a tre cose:
– I modi, il galateo e le abitudini personali.
– La semplicità dello stile di vita, contrapposto all’eccentricità o alla stravaganza.
– Un riferimento generico a una vita appropriatamente ordinata.
□ Avere dei modi socialmente accettabili, inoffensivi e inappuntabili.
□ Essere attento e saggio nel modo di trattare le donne, nel vestirsi, nell’igiene, nelle abitudini alimentari e nella socievolezza con gli altri.
□ Essere rispettabile come conseguenza del rispettare il proprio prossimo (di ogni età). Essere senza pretese, modesto, con uno stile di vita semplice.
Ulteriori spunti per un’autovalutazione:
A. Vita personale.
□ Soddisfo le qualifiche morali e spirituali di I Timoteo 3 e Tito 1 (in maniera non perfetta, ma sostanziale).
□ Pratico giornalmente la lettura della Bibbia e la preghiera.
□ Temo e amo Dio.
□ Sono serio riguardo all’obbedire a Dio e alla sua Parola.
□ Sto mortificando il peccato e crescendo nella grazia, e ciò è evidente dal fatto che oggi non sono lo stesso di un anno fa, di cinque o di dieci.
□ Sono disponibile e desideroso d’imparare sempre di più sulle verità spirituali e di rafforzare sempre più i miei doni e i miei talenti.
□ Anelo alla grazia, alla verità e alla giustizia.
B. Vita familiare.
□ Nella mia casa aleggia un’atmosfera di armonia, santità e ospitalità.
□ Ho una buona relazione con mia moglie, che è conforme agli standard di Efesini 5:25-28.
Pratico la rinuncia a me stesso, con un amore che serve e onora mia moglie, prendendosene cura.
□ Guido i miei figli con mano ferma, ma amorevole e garbata.
□ Pratico con costanza l’amore e la disciplina biblica con i miei figli (ossia l’istruzione verbale e la correzione corporale).
□ Il mio matrimonio e la vita della mia famiglia sono un modello che può essere raccomandato ad altri.
□ Provvedo una guida spirituale a mia moglie e alla mia famiglia.
□ Mia moglie e i miei figli rispettano e onorano la mia autorità biblica e vi si sottomettono.
□ Mia moglie e i miei figli seguono la mia guida spirituale.
□ Nella mia famiglia si vede un impegno per le priorità spirituali.
□ Mia moglie ha delle priorità spirituali.
□ Anche mia moglie si impegna nella chiesa locale.
□ Mia moglie mi supporta nel mio servizio di anziano.
Priorità, scopi e doveri dell’anziano.
I. Tre immagini del Nuovo Testamento per chiarire la funzione dell’anziano:
□ Essere un padre della famiglia di Dio (Matteo 13:52; I Timoteo 3:5).
□ Essere un pastore del gregge di Dio (Atti 20:28; I Pietro 5:2).
□ Essere un conduttore dell’assemblea di Dio (Ebrei 13:7, 17; I Tessalonicesi 5:12-13).
II. Priorità:
1) Servire il Signore prima di tutto (Atti 20:19; Galati 1:10; Efesini 6:6-7; Colossesi 3:22-24; I Tessalonicesi 2:4).
□ Studiare la Parola di Dio col massimo impegno ed essere devoto nella preghiera (Atti 6:4; 20:20, 27).
□ Confrontare l’opposizione, insieme agli altri anziani, con un sano insegnamento (Efesini 4:15).
□ Mettersi al servizio della Parola e perciò contribuire a nutrire il gregge di Dio (I Pietro 2:5).
2) Servire la congregazione:
□ Avere la priorità di equipaggiare le persone nella chiesa per il loro servizio (Efesini 4:11-12).
□ Mettere in guardia a riguardo delle conseguenze del peccato (Colossesi 1:28-29).
□ Armare il popolo di Dio per il combattimento spirituale (II Corinzi 11:13ss.; Efesini 6).
III. Funzioni e doveri:
1) Essere un esempio per il gregge di Dio (Tito 2:7; Ebrei 13:7; I Pietro 5:3).
Più precisamente bisogna:
– Essere un esempio di vita devota (I Timoteo 4:6).
Conservarsi giusto davanti a Dio.
□ Stando in guardia (Atti 20:28).
□ Camminando nello Spirito
(Galati 5:16).
□ Crescendo nella grazia e nella conoscenza di Cristo
(II Pietro 3:18).
□ Attraverso studio e preghiera attivi e regolari (Atti 6:4: I Timoteo 4:13-16; II Timoteo 2:15).
□ Delegando determinati compiti ai diaconi (Atti 6).
□ Stando lontano dagli interessi personali(Atti 20:33-35; Rom13:8).
Essere equilibrato, in maniera saggia e biblica.
□ Tenendo la propria casa in ordine (I Timoteo 3:4-5).
□ Essendo un buon custode (I Corinzi 4:1-2; 9:17; Col.1:24-25).
□ Rendendo propria la Parola di Dio attraverso lo studio (II Timoteo 2:15).
□ Sacrificandosi per il Signore (Atti 20:24; 31:13; II Timoteo 4:6; Filippesi 2:17; 3:7-8).
– Essere un esempio nella conoscenza e nell’applicazione della dottrina biblica
(I Timoteo 4:16).
2) Essere un insegnante fedele della Parola di Dio (Marco 6:34b; I Corinzi 12:28, 31; Colossesi 1:28; I Timoteo 3:2; 5:17; Tito 1:9; Giacomo 3:1; Apocalisse 7:17).
3) In quanto pastore del gregge di Dio
(Atti 20:28; I Pietro 5:1-2):
– Confortare le pecore e prendersene cura con compassione (Matteo 9:36; Marco 6:.34; Giacomo 5:14).
– Difenderle attivamente (Giovanni 10:11, 15; Atti 20:28-30; Efesini 4:14; Tito 1:9; Ebrei 13:17).
□ Dai nemici esterni (II Corinzi 11:12-15).
□ Dai nemici interni (II Timoteo 2:16-18; Giuda 1:12-13).
4) Essere un conduttore timorato di Dio
(I Tessalonicesi 5:12-13; I Timoteo 5:17; Ebrei 13:7, 17):
□ Mediante un’interpretazione appropriata delle Scritture, applicandole nella vita della chiesa.
□ Provvedendo all’ordine e al benessere della chiesa.
□ Usando le chiavi della disciplina biblica, incoraggiando e rimproverando (Matteo 18:15-18).
5) Eseguire fedelmente i doveri secondo quanto riassunto dall’ordine ecclesiastico della nostra denominazione:
□ Guidare la chiesa al servizio di Cristo, sia individualmente sia insieme al pastore.
□ Sorvegliare diligentemente le persone che gli sono affidate per prevenire corruzione dottrinale o morale.
□ Visitare le persone, specialmente i malati.
□ Istruire gli ignoranti.
□ Confortare i sofferenti.
□ Istruire e salvaguardare i figli del patto.
□ Pregare con e per le persone.
□ Preoccuparsi della dottrina e della condotta del ministro della Parola.
□ Coadiuvare il ministro della Parola nel suo lavoro.
Fonte: Dato a me, come candidato per il ministero quando ho fatto un tiricino nell’OPC nell’anno 2001. M.C.
Tradotto da Simone Ferrari.
[1]Non in maniera perfetta, ma sostanziale; difatti non si può raggiungere la perfezione in tali caratteristiche, le quali devono tuttavia essere presenti in una certa misura negli anziani e devono gradualmente migliorare.
[2]É sbagliato non parlare o agire secondo giustizia per paura d’offendere o di ferire i sentimenti altrui; bisogna fare o dire la cosa giusta nella maniera appropriata (gentile e mansueta), senza timore della reazione degli altri.